Ivan Juric

AS ROMA NEWS TORINO JURIC – La notte dei lunghi coltelli fiorentini non porterà alla rivoluzione dentro la Roma. Una scelta che non è dettata dalla bontà o meno di Juric ma da una considerazione che il tecnico croato ha voluto rimarcare nella conferenza stampa della partita di stasera, all’Olimpico, contro il Torino: «Penso che la rosa della Roma non si possa permettere esclusioni. Anzi, bisogna portare tutti dentro anche perché non è tempo di mercato. Bisogna capire il significato di questa maglia», riferisce il Corriere della Sera.

Juric sa che la sua è una panchina a orologeria. Basterebbe una sconfitta, tra stasera e domenica a Verona, per farla saltare. Però cerca di trovare il positivo anche nella tempesta: «Magari è meglio perdere 5-1 come abbiamo fatto a Firenze piuttosto che perdere 1-0 e nascondere qualche problema che covava già da tanto tempo. Può essere una svolta, come quando il Milan prese 5 gol dall’Atalanta e Pioli disse che aveva capito tutto e dopo le cose cominciarono ad andare nel verso giusto».

Illusione? Parole di circostanza? Un ultimo tentativo di riportare la squadra dalla sua parte? Juric non nasconde quello che è successo in queste ore: «Sono stati giorni di litigi, pesanti, però è anche meglio che sia uscito fuori ciò che era stato accumulato. Penso che ci siamo detti la verità. All’inizio magari in modo violento, poi in modo più razionale. Abbiamo indirizzato la barca, almeno a livello di pensiero, su cosa deve fare la squadra e su cosa deve essere concentrata. Per il mio carattere preferisco questo tipo di confronti piuttosto che sentire parlare alle spalle. Per me è tutto chiuso, zero a zero, si riparte alla grande. Ho visto i miei calciatori convinti, è un momento importante per tutti quanti. Adesso, però, servono tre punti contro il Torino, che è una squadra in salute».

Juric però non trattiene una stoccata a chi, dentro la squadra, come ad esempio ha fatto Pellegrini, ha fatto delle considerazioni anche sulla gestione societaria, come ad esempio nel caso dell’esonero di De Rossi dopo soltanto 4 giornate di campionato: «Il mio punto di vista è semplice: io sono l’allenatore e devo preparare la squadra sulla partita nel miglior modo possibile. Il medico deve prendersi cura dei giocatori. I calciatori devono pensare a come correre, alla posizione del corpo, a essere concentrati. La definizione dei ruoli è importantissima. Tutti si devono concentrare solo su quello dove possono veramente incidere».

C’è anche la difesa del modulo, con la difesa a tre e le marcature uomo contro uomo: «Nello scorso campionato, con questo modo di giocare, il Torino ha preso 36 gol e la Roma 46. Se i giocatori non sono convinti me lo dire possono tranquillamente e io me ne vado. Mi risulta invece che la situazione sia diversa, che i miei calciatori siano convinti di quello che stiamo facendo. Vogliono fare bene, vogliono migliorare rispetto a Firenze. Questo modo di giocare porta tanti benefici. Si può fare benissimo, i calciatori che ho a disposizione hanno le caratteristiche per farlo alla grande, sia nella fase di possesso, sia in quella di non possesso. Non vedo problemi». La risposta vera, come sempre, la darà stasera il campo.



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