Rassegna stampa
Pellegrini, consacrato da Fonseca: “Io, il nuovo capitan futuro”

«Fonseca mi vede capitano dopo Dzeko? Con il mister ho un bellissimo rapporto, sentir dire queste cose mi rende molto orgoglioso». Non lo è ancora nei fatti, ma Lorenzo Pellegrini parla già da capitano della Roma. Per il momento la fascia è sul braccio del suo grande amico Edin Dzeko, che si è convinto a rimanere in giallorosso anche grazie alle sue insistenze.
«Sono stato un martello – le parole del centrocampista a Sky – C’è stato un periodo in cui parlavo più con lui che con mia moglie, che stava per partorire. Tra noi c’è stato subito un gran feeling e quando mi ha detto che aveva rinnovato sono stato felice come se lo avessi fatto io».
Da (quasi) capitano è stato uno dei rappresentanti della squadra nella trattativa con la società per il taglio degli stipendi. «Abbiamo raggiunto l’accordo per andare incontro al club, nonostante in un gruppo ci siano tante emozioni contrastanti tra chi è contento e sa di rimanere e chi magari pensa di andare via. Abbiamo deciso tutti insieme perché è quello che fa una vera squadra, e noi lo siamo».
Uno dei nodi da risolvere è il rinnovo del suo contratto, da cui va tolta la clausola da 30 milioni. Non ci sono incontri programmati, ma sul suo attaccamento alla Roma ci sono pochi dubbi. «A Roma sono nato, cresciuto, tutta la mia famiglia è tifosa, è evidente che sento un sentimento diverso dagli altri. Sono orgoglioso di far parte della Roma, mai come ora mi rispecchio nella mia società, sono contentissimo». È pronto, insomma, a proseguire sulla scia di Totti e De Rossi. «Quando paragonano alcune mie giocate a quelle di Francesco sono orgoglioso: Totti è una leggenda e io non sarò mai come lui, nessuno lo sarà. Daniele è sempre stato un punto di riferimento, nei due anni che abbiamo passato insieme è stato anche meglio di come potessi immaginare, è una persona incredibile».
Nei giorni scorsi è stato di quelli che si è esposto in maniera chiara sulla voglia della Roma di riprendere ad allenarsi e a giocare. «Per ripartire tutti insieme deve farlo anche il calcio, a piccoli passi. È giusto chiedere di poter rientrare nei centri sportivi per svolgere gli allenamenti, ricominciare il campionato sarebbe anche un modo per stare vicini ai nostri tifosi».
(Corriere della Sera)
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