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Inter-Roma, Inzaghi-Mourinho: incroci pericolosi

AS ROMA NEWS INTER INZAGHI MOURINHO – Milano-Roma (José Mourinho); Roma-Milano (Simone Inzaghi). Percorsi opposti, ambizioni simili, risultati un po’ diversi. Simoncino è cresciuto nella Lazio, qui Mou c’entra davvero poco e lui stesso ha dichiarato di non vedersi sulla panchina biancoceleste; José con l’Inter ha vinto tutto e Inzaghi ha il compito – difficile – di emularlo e pure lui, laziale, non si vedrebbe mai sulla panchina della Roma. Una specie di derby ideologico tra Simo e José, scrive Il Messaggero.
Stavolta il confronto è a distanza, vista la squalifica dello Special, che guiderà la squadra di nascosto. Inzaghi, che ha chiuso lo scorso anno senza scudetto (ma con due coppe), sfuggitogli per niente a vantaggio del Milan, contro Mou ha precedenti rassicuranti: tre vittorie nette su tre, tutte nella scorsa stagione. Un tabù che pesa su un vincente come José, lui che al massimo di partite di fila contro un collega ne ha perse due. Poi, la Roma non vince contro l’Inter al Meazza dal 26 febbraio del 2017, 1-3, doppio Nainggolan, Icardi e Perotti.
C’è da fare, insomma. C’è da mettere da parte i sentimenti e portare a casa una vittoria, perché la sua Inter è in crisi e la Roma – che è reduce dalla sconfitta contro l’Atalanta – non può, né deve essere, l’avversaria della resurrezione. “Non nasconderò mai che il rapporto con l’Inter e la sua gente sarà eterno. Voglio vincere per la mia Roma, la mia gente romanista. Io amo la mia Roma”, le parole di Mou, dopo l’ultimo appuntamento con l’Inter. Visti i sentimenti forti che uniscono lo Special ai nerazzurri, forse non essere in panchina e non ricevere i festeggiamenti dei sui ex tifosi, potrà costituire un vantaggio: estraniarsi può servire a mantenersi lucidi. José ha come obiettivo tornare in Champions e poi chissà. Sempre che gli infortuni smetteranno di perseguitare la squadra.
Ma molto passa da questo pomeriggio milanese, che la Roma può vivere senza sentirsi inferiore. La superiorità nerazzurra è nella teoria e non nei fatti. Non a caso, se Mou è ben saldo sulla sua panchina e ora pensa al suo rinnovo, Inzaghi è da un po’ sul chi vive. Dopo la pesante sconfitta di Udine, un’altra caduta oggi contro la Roma sarebbe indigesta, se sarà fatale lo vedremo.
“In discussione lo siamo sempre. Stiamo lavorando di più e meglio ma sono tranquillo. Dobbiamo fare tutti di più, io in primis. Si paga la minima disattenzione. In Champions stiamo facendo il nostro percorso, in campionato abbiamo qualche punto di ritardo. Ci sono state critiche, abbiamo ascoltato quelle costruttive lasciando da parte le altre”.
L’ex tecnico della Lazio, forse avrebbe voluto evitare la Roma in questo momento. “Ha un grande allenatore, è una squadra forte, l’unica che ha vinto assieme al Milan e a noi l’anno scorso. È migliorata. Ha avuto tanti giocatori in nazionale e ora dovremo vedere chi arriverà più pronto all’appuntamento”.
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Ancelotti: “Questa Roma può farcela”

AS ROMA NEWS EUROPA LEAGUE ANCELOTTI – L’anno d’oro per Roma: il 1983. Quando sia la squadra di Liedholm che il Banco di Roma, di basket, hanno conquistato lo scudetto. Un anno d’oro ricordato al Teatro Brancaccio, in un evento voluto e presentato dal giornalista Stefano Boldrini insieme ai colleghi Cristina Fantoni e Piero Torri, scrive Il Messaggero.
C’era anche Carlo Ancelotti, tecnico del Real Madrid, che insieme a Bruno Conti è stato il più acclamato dalla platea e che nello scorso weekend il Siviglia lo ha battuto in campionato. Di particolari consigli da parte di “Tortello” – così lo chiamava e lo chiama ancora Bruno Conti – non ne sono arrivati.
Ma le sue parole danno speranza: «Negli ultimi due mesi hanno fatto bene, da quando hanno cambiato allenatore. Prima era lì per lì per non retrocedere, però con Mendilibar hanno cambiato passo. Sono organizzati. Ma la Roma se la può giocare. Ha l’opportunità di giocarsi la partita e di vincerla. In panchina, poi, ha un allenatore esperto che sa come si giocano le finali. E se le giocherà. Speriamo che la Roma vinca».
Carlo ha anche ripercorso quegli anni, i suoi, nella Capitale: «Vincere a Roma a 23 anni e dopo 40 anni che la Roma non vinceva è stato qualcosa di speciale. La Roma ci deve riprovare. Io ci riprovo sì ma non ancora per molto» ha sottolineato. Emozioni anche per le parole di Conti, che ha ricordato Di Bartolomei: «Gli devo tutto, è stato il mio capitano. Mi ha accolto appena sono arrivato a Roma».
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Roma, Bove sogna il bis da protagonista

AS ROMA NEWS EUROPA LEAGUE BOVE – Sogna il bis. Perché Bove era presente anche lo scorso anno a Tirana. In panchina, e con alle spalle nella competizione appena 57 minuti più i pochi secondi strappati nel finale contro il Vitesse. Ma c’era. Ed è presente ancor di più quest’anno, scrive Il Messaggero.
Il «cane malato», come lo ha soprannominato José, è ora entrato nelle rotazioni. Anzi di più: perché se la Roma è a Budapest lo deve proprio a Edo dell’Appio Latino. Che ora, in silenzio, aspetta di nuovo il suo momento: «Mi aspetto una finale all’altezza perché durante l’anno abbiamo meritato di essere lì, quindi siamo molto contenti. Anche loro lo meritano, pur arrivando dalla Champions. Per questo siamo molto contenti e lo siamo anche per i tifosi. Come sarebbe vincere? Bellissimo, come sarebbe bellissimo vincere qualsiasi finale. Una finale è una partita diversa da tutte le altre».
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Siviglia, Mendilibar studia la difesa anti-Roma. Telles favorito per sostituire Acuna

AS ROMA NEWS EUROPA LEAGUE SIVIGLIA – Un animale da coppa, attardato in Liga ma pronto a scatenarsi all’inno dell’Europa League, scrive Il Messaggero. Il Siviglia punta il quinto trofeo negli ultimi 10 anni, il settimo della storia del club.
Contro la Roma mancherà il terzino sinistro campione del mondo Marcos Acuña, in tribuna alla Puskas Arena insieme a Pape Gueye e Tecatito Corona, fuori lista. Dovrebbe giocare Telles a sinistra ma Mendilibar non ha ancora sciolto le riserve. Mourinho dovrà fare particolare attenzione a Suso e Lamela, entrambi a segno dalla panchina contro la Juventus.
I leader d’esperienza sono l’ex Barcellona Ivan Rakitic e l’esterno Jesus Navas. Mendilibar ha ritrovato equilibrio e continuità di risultati, trascinando la squadra dalle soglie della zona retrocessione fino all’11esimo posto.
L’allenatore ha convocato tutta la rosa per la trasferta che vale una stagione. Probabile 4-2-3-1 con Bono in porta, Navas, Badé, Gudelj, e Telles in difesa. A centrocampo Fernando e Rakitic, sulla trequarti Ocampos, Torres e Lamela (in ballottaggio con Gil) con En-Nesyri davanti.
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