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Rassegna stampa

Ultrà condannato per gli scontri. “Ma a Liverpool non colpì Cox”

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NOTIZIE AS ROMA LOMBARDI – Ha partecipato agli scontri prima di Liverpool-Roma, come ha ammesso anche ieri, ma non ha aggredito Sean Cox. Dopo 9 ore di camera di consiglio, i giurati riuniti presso la Crown Cort a Preston, hanno condannato l’ultrà giallorosso Filippo Lombardi a 3 anni di reclusione per violent disorder, ossia solo per gli incidenti avvenuti prima della semifinale di Champions il 24 aprile davanti allo stadio di Anfield. Mentre hanno giudicato il supporter non colpevole in merito all’aggressione a mano armata ai danni di Cox, il tifoso 53enne dei Reds rimasto gravemente ferito.

Lombardi, 21 anni, assieme a un’altra trentina di tifosi romanisti è colpevole di aver provocato disordini violenti, ma non di aver personalmente provocato lesioni a Cox, il fan irlandese del Liverpool ridotto in coma e tuttora semiparalizzato, è scritto nella sentenza pronunciata ieri dal tribunale britannico. Insufficienti gli elementi raccolti dalle telecamere di videosorveglianza per dichiarare Lombardi colpevole del pestaggio a Cox. A inchiodarlo c’è però un video in cui sventola un cinta a mo’ di frusta. Questo gli è valso la condanna solo per il capo di accusa meno grave, visto che le immagini mostrano un altro ultrà nell’atto di colpire Cox. Il verdetto è stato emesso da una giuria popolare di sei uomini e sei donne.

«RUOLO CHIAVE» – «Lombardi ha avuto un ruolo chiave – ha detto il giudice Mark Brown a fine udienza rivolgendosi all’imputato con l’ausilio di un interprete – Si va contro il buon senso se si dice che non era lì a causare problemi. Sean Cox è stato tragicamente ferito, ma da un altro uomo conosciuto come N40. Il tifoso irlandese ha riportato una grave lesione cerebrale.

Quasi 6 mesi più tardi è ancora in un centro nazionale di riabilitazione in Irlanda. Mentre Martin Cox cercava di aiutare il fratello è stato preso a calci e colpito da un altro tifoso romanista. Le vostre azioni e quelle degli altri hanno infangato il buon nome del calcio. Con le vostre azioni avete portato disonore a tutti i tifosi della Roma e al calcio italiano, gettato vergogna sull’As Roma. C’erano molte persone innocenti intorno ed è stata probabilmente una fortuna che altri non siano stati feriti».
«Il tuo scopo era quello di avere uno scontro violento con i sostenitori avversari», ha chiuso il giudice sempre rivolto al tifoso romanista.

LA DIFESA – Alison Gurden, l’avvocato di Lombardi, ha sempre sostenuto che il suo assistito pur avendo alzato la cintura non ha colpito Cox. In una precedente udienza l’ufficiale di polizia Hankin ha raccontato come sia stato N40 (così è chiamato il terzo indagato, un giovane della periferia romana agli arresti in attesa dell’estradizione) a sferrare un pugno a Cox, mentre Lombardi lì vicino agitava una cintura in aria e incitava i compagni, riconoscibile nei video mostrati in aula perché con un cappuccio nero calzato sulla testa rasata, una zaino in spalla e una cinta lungo il braccio. L’avvocato Gurden ha invece replicato che in nessuno dei tanti video mostrati si vedono i due imputati vicini, neanche hanno viaggiato e sono arrivati insieme.

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Lombardi, romano del quartiere Don Bosco, venne arrestato immediatamente, mentre Cox giaceva a terra, dalla polizia inglese. Ha sempre ammesso di aver partecipato agli scontri e di aver usato la cinta per difendersi dai tifosi avversari. Avrebbe colpito un tifoso del Liverpool che però non è rimasto ferito. Quanto a Sean Cox è in un centro di riabilitazione di Dublino, la sua odissea continua. La moglie Martina ha voluto esser presente al processo «e guardare il volto dell’imputato».

(Il Messaggero – R. Troili)

FOTO: Credits by Shutterstock.com

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