Josè Mourinho, Claudio Ranieri

AS ROMA NEWS CAGLIARI MOURINHO RANIERI – Sono trascorsi quindici anni dal loro primo incrocio, eppure loro sono ancora lì, pronti a sfidarsi ancora una volta con reciproco rispetto e tanta stima. Quanta acqua è passata sotto i ponti, tra screzi, duelli a distanza, scontri e, infine, amicizia e solidarietà, scrive il Corriere dello Sport.

La storia tra José Mourinho e Claudio Ranieri ha il sapore dei vecchi film in cui i due protagonisti sono prima grandi rivali, pronti ad affrontarsi con le unghie e con i denti per raggiungere la grandezza, poi alleati contro un nemico comunque, in questo caso il calcio moderno che non fa sconti a nessuno. C’è un gesto emblematico entrato nella storia del calcio. Quello fatto da José sei anni fa per difendere Sir Claudio dopo l’esonero al Leicester, qualche mese dopo aver vinto miracolosamente la Premier League con una squadra che appena l’anno prima lottava per non retrocedere.

Eccolo il calcio moderno, che non fa sconti a nessuno e dimentica anche il recente passato. Mourinho, allora tecnico del Manchester United, dopo l’annuncio del Leicester si presentò in conferenza stampa con la consueta polo dei Red Devils, ma con le iniziali “CR” invece delle sue: «Ho voluto omaggiare colui che ha scritto la più bella pagine della storia della Premier League, il Leicester dovrebbe intitolargli lo stadio. Claudio ha fatto una delle cose più belle della storia del calcio e la decisione del suo club è difficile da accettare. Anche io sono stato esonerato da campione in carica ma era nulla rispetto a quanto accaduto con Ranieri. Nessuno potrà ripetere quello che è riuscito a fare lui».

Un gesto che ha chiuso qualsiasi confronto tra i due e che ha consacrato un’amicizia e una stima tra i due sempre più solida. Così domani pomeriggio quando Mou e Ranieri si ritroveranno in campo non mancherà un grande abbraccio tra i due, quello che due stagioni diedero i 70mila dell’Olimpico in occasione di Roma-Leicester, con lo Special One in panchina e il testaccino – commosso – sugli spalti. 

Anni di screzi tra i due, di frecciatine e stoccate a distanza quando Mou guidava l’Inter e Ranieri prima la Juventus e poi la Roma. Eppure il primo contatto indiretto lo ebbero nel 2004, quando il portoghese prese la guida del Chelsea sostituendo proprio l’italiano: «Non è colpa mia se il club mi ha preso perché ritenevano che con Ranieri non avrebbero mai vinto…».

Da lì in poi un botta e riposta, a tratti anche pesante, senza esclusione di colpi. Con tanti scontri anche in campo in cui ha avuto la meglio Mourinho. Dieci incroci tra i due: sei vittorie per José, due pareggi e due successi per Ranieri. Uno di questi stava per rovinare la festa del Triplete, quel 2-1 per la Roma che riuscì a scavalcare l’Inter al primo posto salvo poi l’harakiri con la Sampdoria e lasciare lo scudetto ai nerazzurri. E poi la coppa Italia, vinta da Mou contro i giallorossi con la rete di Milito all’Olimpico. Sfide in Serie A, ma tante anche in Premier. 

Una soltanto nell’anno del miracolo Leicester, con la vittoria delle Foxes contro il Chelsea e il ritorno senza l’esonerato Mou. Poi l’anno dopo il successo dello Special nella finale della Community Shield, e altri due in Premier. Fino all’esonero, i messaggi di stima e il ritorno di Ranieri in panchina con il Fulham: «Mourinho è fantastico, è stato il primo a darmi il bentornato. Lo Special One è un grande amico». Cinque anni fa il loro ultimo incrocio in panchina, domani si ritroveranno con la stessa energia. Ci eravamo tanto odiati, storia del passato. Sir Claudio e lo Special One sono tra gli ultimi baluardi di un calcio che non fa sconti a nessuno. 



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