Rassegna stampa
Derby di Roma alle 12.30, scontro politico Onorato-Abodi: tra sicurezza e accuse di resa

AS ROMA NEWS DERBY ONORATO ABODI – Il derby della Capitale di domenica prossima si giocherà alle 12.30 per motivi di sicurezza, ma prima ancora che sul campo è già scoppiata la polemica in politica. Stavolta non c’entrano i 60mila tifosi di Roma e Lazio, attesi all’Olimpico per una sfida che si spera resti confinata ai cori e agli sfottò sugli spalti, bensì l’orario deciso dall’Osservatorio sulle Manifestazioni Sportive e condiviso con le autorità, riporta Il Corriere della Sera.
La scelta di anticipare la stracittadina ha infatti diviso le istituzioni. Da una parte c’è Alessandro Onorato, assessore capitolino ai Grandi Eventi, Sport e Turismo, che non ha usato mezzi termini: «Giocare alle 12.30 per paura o per prevenire disordini tra tifoserie è il fallimento dello Stato. Una vergogna e una resa imbarazzante per un governo che aveva promesso più sicurezza e pugno duro contro i violenti».
A distanza è arrivata la replica del ministro dello Sport Andrea Abodi, anch’egli di fede biancoceleste, con toni più istituzionali: «Non è certamente una resa, non ci si piega di fronte ai delinquenti. Ma bisogna pensare ai tanti tifosi perbene che vogliono godersi il derby senza rischiare la sicurezza. Le esperienze dei derby serali ci hanno insegnato prudenza».
La contrapposizione è netta: per Onorato la decisione è il simbolo di una politica debole e troppo indulgente con i gruppi ultrà, mentre Abodi rivendica il senso pratico della scelta, mirata a tutelare l’ordine pubblico dopo gli incidenti dello scorso aprile e quelli ben più gravi del derby serale del 5 gennaio.
«Troppa politica ha connivenza con gli ultrà», ha rincarato Onorato, che con il nuovo movimento civico “Viva Roma sempre” vuole rilanciare il tema sicurezza anche nel campo progressista. Ha comunque voluto precisare che la critica non riguarda le forze dell’ordine: «Complimenti al prefetto Giannini e al questore Massucci per lo straordinario lavoro, ma servono più risorse».
Abodi, invece, ha ribadito la necessità di una responsabilità condivisa: «Spero che in futuro, insieme a club, Lega e Federazione, si riesca a non sottostare a esigenze che devono restare un’eccezione e non la regola».
In attesa che a parlare sia il campo, il derby di Roma ha già acceso lo scontro politico, con il tema della sicurezza che ancora una volta si conferma centrale non solo sugli spalti, ma anche nei palazzi del potere.
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