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Favino: “La Roma è una fede. Lo stadio livella tutte le differenze sociali ed etniche”

AS ROMA NEWS FAVINO – Pierfrancesco Favino è stato protagonista di un video realizzato da Adidas per promuovere la terza maglia della Roma. Il noto attore ha risposto a diverse domande sulla sua vita da tifoso.
Il tuo primo ricordo da romanista:
“Riscone di Brunico, campeggio, insieme a un mio amico di scuola, andiamo a fare il ritiro. Arriviamo a questo campeggio, io non ho la carta di identità, chiamo mio padre e gli dico: “non mi fanno entrare”. Mio padre riesce a trovare un modo, non so come, di farmi stare in quel campeggio. Ci vediamo tutto il ritiro della Roma. Dopo che si allenavano mi ricordo che tentavo di andare a giocare a scopetta con Conti e Pruzzo e io un paio di occasioni ce l’ho anche fatta. Per dirti la malattia“.
Cosa rappresentano per te le ville e i parchi di Roma?
“Io sono molto legato a Roma, la mia città, e alla Roma, in quanto squadra. Amo la mia città, la difendo a spada tratta, per la sua bellezza, per la sua enormità, per tutto quello che ti offre. Questa maglia è dedicata ai parchi di Roma, mi piacerebbe che noi sapessimo trattarli anche meglio, spero che questo gesto venga accolto anche in questa direzione. Io ho vissuto da bambino dalle parti di Villa Pamphili, ho fatto la scuola dentro, stare a Roma, avere l’opportunità di stare all’interno di quei polmoni di verde è una meraviglia“.
Cosa rappresenta per te la maglia della Roma?
“Lo dice la parola stessa, esiste solo la maglia. Noi lo diciamo perché esiste solo la maglia pure per noi, perché noi siamo di passaggio, invece la maglia della Roma resta, per noi e per quelli che verranno dopo di noi“.
Per Roma e per i romani cosa significa essere tifosi?
“Essere tifosi della Roma…quando si dice che è una fede è vero, nel senso che noi, ahimè anche, siamo abituati a credere a qualcosa che spessissimo non si avvera. Siamo orgogliosi della nostra sofferenza. Chi ha le strisce addosso questa cosa non la può capire, noi siamo persone senza strisce, abbiamo una cosa dentro che ci fa tutti uguali. Una delle cose più bello che mi ricordo è quando da ragazzino andavo allo stadio e la persona affianco a te che tu incontravi solo quella domenica, con quella famiglia che incontravi solo quella domenica e tutte le domeniche da abbonato, era uguale a te. Era ed è una livella, tu t’abbracci, zompi addosso a gente che non vedresti altrimenti e per quello c’è un senso di condivisione, di livellamento di tutte le differenze sociali ed etniche, ma magari il mondo fosse tutto così“.
Cosa ti è piaciuto di più della nuova maglia?
“Mi piace moltissimo questo logo, mi piace che richiami una serie di cose che abbiamo detto, sta diventando una tradizione e mi piace. Ci sono dei richiami alle forme architettoniche della città, mi piace il fatto che sia una maglia che si può portare anche non per forza in occasioni sportive. La trovo una polo molto elegante e mi piacciono i colori. Ma siamo sicuri che è la terza?“
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