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De Sanctis: “Totti? Giocatori come lui ne nascono ogni cent’anni”
Morgan De Sancits, portiere della Roma, è stato ospite della trasmissione ‘Football’s Kitchen’ su ‘Gambero Rosso Channel’. L’estremo difensore giallorosso ha parlato del suo rapporto con la cucina ma non solo, districandosi tra i fornelli:
“Mia moglie Giovanna era un partito buono quando l’ho conosciuta, mentre io non avevo molti risparmi… Ormai sono passati vent’anni da allora. Lei sa cucinare benissimo. Il giorno dopo esserci sposati ha cucinato a Torino per la prima volta, preparandomi delle pennette al pomodoro. Mi ricordo che attendeva il mio giudizio, ma non mi ricordo nemmeno come venne quella pasta. Comunque da lì è stata una escalation, lei ti sa sorprendere”
Su Totti: “Francesco è molto simpatico, ha un’ironia veloce e sottile. Il finale di stagione? Probabilmente neanche lui si sarebbe aspettato di essere così determinante in così pochi minuti. Tutto quello che succede attorno può spegnerti, ma lui no. Solo giocatori come lui che nascono ogni cent’anni e hanno orgoglio e talento possono riuscirci. Lui è tra i tre più forti con chi ho giocato, oltre a Zidane e Del Piero”.
Sulle sue figlie: “Pensavo che avrei avuto i soliti problemi che si hanno con delle figlie femmine, e invece mia figlia grande ha voluto a tutti i costi intraprendere la carriera da calciatrice, nonostante io abbia cercato di oppormi in tutti i modi. Comunque sono molto orgoglioso: scegliere di fare il portiere quando si è ancora giovani è segno di carattere”
Sui complimenti ricevuti: “Per giocare a pallone da professionista devi impegnarti ma anche essere al momento giusto nel posto giusto con le persone giuste. A me è successo tutto questo ma non è fortuna riuscire a giocare a certi livelli a 39 anni. Ho 6 mesi in meno di Totti ma ci tengo a sottolinearlo. Nello spogliatoio faccio fatica a relazionarmi a livello extracalcistico con certi ragazzi, che iniziano a essere grandi come le mie figlie. Lo reputo uno sforzo da fare. Ci sono delle problematiche extracalcistiche che, se le vive un tuo compagno di squadra, poi le riflette sul campo”.
Su Roma: “Come città offre una serie di opportunità che devi considerare anche per la propria famiglia e per questo io e mia moglie siamo molto soddisfatti. Per trovarti bene in una città come questa devi avere grande rispetto dei tuoi tifosi e saper apprezzare anche quelli dell’altra squadra”.
E’ possibile un Leicester in Italia? “Non è possibile, il sistema calcio italiano non ha lavorato per essere più forte. Ora deve riappropriarsi della leadership che aveva 15 anni fa. Ha le potenzialità per farlo ma sta tutto nella passione della gente per il calcio e alla classe dirigenziale calcistica considerare che non ci si deve limitare a guardare il proprio orticello, altrimenti non si riuscirà mai a crescere”
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