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SCHEDA TECNICA: Mikautadze, il franco-georgiano nel mirino della Roma che sogna di giocare in Italia

CALCIOMERCATO AS ROMA MIKAUTADZE – Un po’ georgiano un po’ francese. Ma, soprattutto, un talento cristallino che ha finito per sedurre parecchie squadre, non ultima la Roma. La dirigenza giallorossa non fa mistero di voler mettere a libro paga nell’immediato futuro l’attaccante Georges Mikautadze che, oltre a vantare un curriculum per club di lunghezza autostradale, si è anche segnalato come uno dei giocatori più promettenti nell’ultima edizione degli Europei del 2024. Che il ragazzo con il gol ci sia proprio in grandissime confidenza lo hanno dimostrato le tre partite della fase eliminatoria della kermesse dove è andato sempre a bersaglio per un totale di tre marcature. Insomma, il suo ruolo originario di punta centrale gli sta addosso come un vestito su misura e ne ha anche fornito prove tangibili. E, stando a quanto ha a più riprese affermato, regalarsi un’esperienza nel calcio tricolore gli garberebbe assai. “Sogno – disse in un’occasione – di giocare in Italia insieme con Kvaratskhelia”. Una metà dell’aspirazione gli è al momento preclusa, dal momento che l’ex Napoli è tra gli elementi d’orgoglio e di punta del Paris Saint Germain detentore della Champions League e in piena rampa di lancio per cercare di mettere le mani anche sul Mondiale per Club. L’altra, però, quella di giallorosso colorata, resta intatta. Se tutte le strade portano a Roma, è il suo canto di fiducia, una sarà anche per lui.
Del suo talento cominciano ad accorgeresi presto Gerland, St Priest e Olympique Lione che lo svezzano per bene e poi lo incartano in confezione regalo destinazione Metz. Ha diciassette annii, Georges il talentuoso, quando comincia a entrare nell’organico della seconda squadra di quest’ultimo. E supera talmente bene l’esame da vedersi stendere il tappeto rosso che lo immette nel salotto della squadra principale dove fa segnare in tutto due presenze, intervellate da un paio di escursioni in terra belga con la casacca del Seraing. Il Metz lo lascia crescere benino e poi se lo riprende in famiglia, questa volta facendolo scendere in campo per ben trentasette repliche con ringraziamento annesso per la fiducia da parte sua nella moneta che gli sta maggiormente in tasca, i gol nel numero di ventitrè. Nel 2023-24 arriva un’altra promozione sul campo perché la società transalpina lo destina al blasonato Ajax di Amsterdam. Georges non si lascia sfuggire l’occasione e , nelle sue sei presenze e pur con un’esperienza non felicissima , lascia il segno pur senza andare in rete. Ma il Metz di cui è figlio continua a essere la sua stella polare e ci si ritrova dal 2024 con venti presenze e tredici reti. Infine prende il treno destinazione Lione dove indossa la maglia dell’Olympique con trantaquattro cartellini timbrato e undici reti. Dal 2021 la sua strada si incrocia con l’altra cittadinanza di cui è in possesso, quella georgiana. Trentasette sono le presenze, venti sono le reti con la ciliegina sulla torta della prima partecipazione della sua nazionale a una competizione continentale.
Il calciatore con bicittadinanza transalpina e georgiana, ora, scalpita per cercare di ritagliarsi un’esperienza in un’altra area geografica , quella italiana, appunto. E ci vuole portare la valigia di caratteristiche positive con cui ha sempre riempito i suoi precedenti viaggi: rapidità, capacità di calciare a dovere con entrambi i piedi, tiro potente, talento naturale per calciare dagli undici metri. Caratteristiche che gli sono riconosciute universalmente. Come gli è riconosciuta anche una certa umiltà che fa convivere armoniosamente con la determinazione a sfondare le porte. In senso letterale, ma anche figurato con esperienze sempre nuove. Un esempio? L’indomani del miracolo Georgia agli Europei 2024, alla domanda se si sentisse un eroe della squadra, rispose allargando il campo visivo: “siamo tutti eroi, nessun miracolo, solo lavoro”. E un‘avvertenza, giusto per trasmettere un memento solido a chi volesse prenderlo per arricchire il suo undici: “io i gol li ho sempre fatti”. Una catena di produzione che non intende assolutamente interrompere.
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