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Tiago Pinto torna a parlare: “Roma nel cuore, Svilar il mio ‘Golden Boy’. E Dybala… Bingo”

AS ROMA NEWS TIAGO PINTO – Dopo mesi di silenzio, Tiago Pinto, ex direttore sportivo della Roma oggi al Bournemouth, ha rotto il silenzio con una lunga intervista rilasciata a Gianlucadimarzio.com, nella quale ha ripercorso la sua esperienza italiana, tracciando un bilancio del suo lavoro nella Capitale e condividendo riflessioni su alcuni protagonisti della sua avventura romanista. Pur senza mai nominare José Mourinho, le sue parole contengono messaggi chiari, anche sulla gestione tecnica e sul clima di Trigoria.
“In Inghilterra, e soprattutto qui al Bournemouth, ho ritrovato la possibilità di pianificare con tempo, con una strategia chiara di reclutamento e un’idea precisa di calcio da proporre. A Roma e al Benfica questo era più complicato, la pressione mediatica e quella dei tifosi – o nel caso del Benfica anche delle elezioni – rendeva difficile mantenere una linea strategica costante”.
Parole che, per chi conosce l’ambiente romanista, suonano come una frecciata indiretta alla gestione precedente e alle tensioni con l’ambiente.
L’amore per Roma e i suoi tifosi: “Un brivido unico”
Pinto ha voluto però sottolineare anche l’amore profondo per Roma, dove ha lasciato un pezzo di cuore: “Roma è un posto speciale. Nei tre anni in cui sono stato lì, non sono mai stato uno che parlava molto dei tifosi, ma quello che mi manca davvero sono loro. È impossibile vivere qualcosa di simile altrove. La loro passione è da brividi. Ai miei amici del Benfica dico sempre che pensano di avere i tifosi migliori solo perché non sono mai stati all’Olimpico”.
Svilar e Dybala: i colpi più cari a Pinto
Tra i suoi colpi di mercato, Mile Svilar occupa un posto speciale: “Mile è un ragazzo molto speciale. Gli allenatori dei portieri mi dicevano che era il migliore che avessero mai avuto. Gli mancava solo il ‘click’. Quando vedo oggi le sue parate, mi emoziono. A Benfica lo chiamavo il mio ‘Golden Boy’”.
Poi un elogio anche a Paulo Dybala, descritto così: “Non posso non dire che è speciale. Lo guardi toccare il pallone in allenamento e pensi: ‘Bingo’. È difficile scegliere un solo acquisto, ma se devo farlo, oltre a Svilar, dico Dybala”.
Tra i giocatori da lui portati a Roma, oltre a Svilar e Dybala, ha citato anche Ndicka, Aouar e Paredes. E ha aggiunto un pensiero personale: “Mantengo ancora i contatti con tutti, anche quelli che non hanno fatto bene. Quando un acquisto non va come sperato, mi sento in colpa. Se un giocatore non funziona, è anche responsabilità mia”.
Il futuro? “Voglio essere ricordato come una brava persona”
Alla domanda su cosa voglia per il futuro, Pinto ha risposto con parole semplici ma profonde: “Il lavoro mi ha fatto crescere, ma quello che conta è essere ricordato come una persona buona. Credo di esserlo”.
Tiago Pinto, insomma, resta legato alla Roma con affetto, riconoscenza e un filo di nostalgia. Un professionista che, al netto degli errori, ha lasciato la Capitale con la convinzione di aver dato tutto. E con il sogno, un giorno, forse, di tornare.
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