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Minacce e stalking contro Marco Violi: appostamenti sotto casa e intimidazioni social, il caso scuote il mondo del giornalismo

ULTIME NOTIZIE MARCO VIOLI STALKING MINACCE – Un’escalation preoccupante di minacce, intimidazioni e stalking sta colpendo da mesi il giornalista Marco Violi, direttore del sito Romagiallorossa.it. Gli ultimi episodi, documentati da una serie di post pubblici su X (ex Twitter), delineano un quadro inquietante e potenzialmente pericoloso, con appostamenti sotto la sua abitazione, minacce velate di ritorsioni legali e una campagna coordinata di vessazioni online.
Appostamenti notturni sotto casa: il video shock
A sollevare maggiore allarme è il contenuto pubblicato dall’account @mywave76 (nome utente Vittorio di Pirro), il quale ha diffuso un video girato nottetempo nei pressi dell’abitazione di Marco Violi. Il post è accompagnato da una frase allusiva: “Io ho chiamato, ma lui non si è affacciato alla finestra…”
Un messaggio che, fuori da ogni contesto ironico, configura una chiara violazione della sfera privata e potrebbe essere interpretato come un atto persecutorio ai sensi dell’art. 612-bis del Codice Penale (stalking). Non è il primo episodio: già a gennaio 2024 lo stesso utente pubblicava un altro video simile, con toni inquietanti.
La rete degli account coordinati
A preoccupare ulteriormente è la coordinazione tra più account, che partecipano attivamente al linciaggio digitale del giornalista. Tra questi figurano, oltre a @mywave76, anche @avvsherman, @SoScle10, @Moussolinho e @LogikSEO, spesso citati e coinvolti in thread che si trasformano in vere e proprie campagne diffamatorie.
Uno dei post più emblematici è quello firmato da @avvsherman, in cui si legge: “Adesso si è messo privato, ma ho tutte le screen. Sarebbe un vero peccato se ‘qualcuno’ questa sera inviasse tutto il materiale al suo nuovo legale di fiducia e all’Ordine dei giornalisti.”
Un linguaggio passivo-aggressivo che mira chiaramente a intimidire, suggerendo l’intenzione di danneggiare la reputazione professionale di Violi mediante la strumentalizzazione di canali legali.
In un altro post, lo stesso utente rincara la dose: “Sarebbe un peccato se ‘qualcuno’ mandasse questa screen all’Ordine dei giornalisti e allo studio legale che il direttore indica nei suoi numerosi post come quello di fiducia. Tu che dici? Ahahahah”

Il tono beffardo non attenua il contenuto: si tratta di una minaccia camuffata, un atto di pressione psicologica.
Danni morali e rischio concreto
Secondo fonti vicine al giornalista, Marco Violi avrebbe già sporto denuncia per stalking e diffamazione, e avrebbe preso appuntamento con l’avvocato Livia Rossi, legale di fiducia, per valutare un’azione più incisiva contro tutti i soggetti coinvolti. L’intenzione è quella di tutelare la propria persona e la propria famiglia, messa a rischio da una situazione che non sembra trovare fine, alimentata da una vera e propria cricca digitale che, dietro nomi fittizi, agisce con spavalderia e senso di impunità.
Il giornalista, che in passato ha denunciato altre forme di cyberstalking e campagne diffamatorie nei suoi confronti, si dice pronto a tutto – legalmente parlando – per ottenere giustizia. L’obiettivo è fare piena luce su una vicenda che dal 14 luglio 2024 sembra essere sfuggita di mano, e che oggi presenta connotazioni potenzialmente pericolose anche a livello fisico.
Possibili reati configurabili
Alla luce del materiale raccolto, le ipotesi di reato che potrebbero emergere sono gravi:
- Atti persecutori (art. 612-bis c.p.)
- Molestie (art. 660 c.p.)
- Diffamazione aggravata (art. 595 c.p.)
- Violazione della privacy
- Istigazione alla violenza
- Coazione psicologica (art. 610 c.p.)
La richiesta di protezione
Alla luce di quanto documentato, appare urgente che le autorità competenti – dalla Polizia Postale alle Forze dell’Ordine territoriali – attivino un protocollo di monitoraggio e protezione per Violi e la sua famiglia. L’intento di fare del male, fisico o psicologico, non è esplicito ma fortemente plausibile sulla base dei contenuti pubblicati.
Conclusioni
La vicenda di Marco Violi non è solo un caso isolato di odio online: è un allarme sociale. È l’ennesima dimostrazione di quanto il web possa diventare un’arma di persecuzione, soprattutto quando le minacce digitali si traducono in appostamenti reali. Il giornalismo, quello vero, non si fa intimidire, ma lo Stato ha il dovere di intervenire prima che sia troppo tardi.
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