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Mancini: “Ecco come vivo la mia quarantena”
La Roma è a casa e lo sarà chissà ancora per quanto. I giocatori però si stanno allenando nelle proprie abitazioni con il programma stilato e consegnato dalla società. Uno di questi è Gianluca Mancini, che è stato intervistato in videochiamata da Sky Sport. Ecco le sue parole.
Come stai passando la quarantena?
La mia routine di giornata è svegliarmi, fare colazione, aiutare un po’ mia moglie nelle cose di casa visto che prima non c’ero mai, pranzare e iniziare il programma di lavoro che la Roma ci ha mandato. Mi alleno perché è importante mantenere la nostra condizione fisica al meglio visto che il campo ci manca ma è importante stare a casa e seguire le giuste indicazioni che ci ha dato il governo”.
Voi con Roma Cares siete molto attivi con la beneficenza. Sei orgoglioso di appartenere a una società del genere?
Sì, sono molto orgoglioso della mia società. La Roma ha aperto una campagna di donazione per l’ospedale Spallanzani, l’obiettivo è arrivare a 500 mila euro. Noi giocatori e staff tecnico abbiamo partecipato perché ci ha colpito molto e vogliamo essere partecipi. Roma Cares negli ultimi giorni ha donato anche 13 mila mascherine e tutti i gel igienizzanti, sul sito ci sono tutte le informazioni. È importante donare in questo momento di grande difficoltà per tutto il Paese.
Hai giocato e vissuto tanto a Bergamo, cosa ti senti di dire ai tuoi ex compagni?
È una situazione surreale, soprattutto per loro. Gli mando un abbraccio, gli dico “mola mia” (“non mollare” in dialetto bergamasco, ndc). Sono un grande popolo, sapranno sicuramente rialzarsi.
Un bilancio sulla tua stagione e cosa significa avere accanto Smalling.
Il mio bilancio è positivo, la seconda parte di stagione ho commesso qualche errore ma è un processo di crescita e cerco di non commetterli di nuovo. Avere Smalling è d’aiuto, dà consigli in campo e cerca di migliorarmi, io lo seguo perché ha esperienza e devo rubare da lui.
Come sta gestendo la situazione Fonseca?
L’altro giorno abbiamo fatto una videochiamata di gruppo, eravamo 30. Ci hanno aggiornato, dato programmi nuovi e anche un nuovo piano di alimentazione. Non allenandoci spesso è importante anche questo.
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