Rassegna stampa
Pallotta tratta, Friedkin vuole la Roma: “Contatti già avviati”

NOTIZIE CESSIONE AS ROMA – Il comunicato della Roma arriva poco prima delle ore 18, quando la Consob aveva chiesto chiarimenti già da un bel po’ e il titolo in Borsa era stato sospeso quasi sei ore prima (per eccesso di rialzo, subito un +11,29%, chiusura dopo la sospensione a +16,6%, con il valore delle azioni salite a 0,589 euro: il top dal 2018 ad oggi). E se si eccettua il comunicato del 2013 in cui si ammetteva la trattativa con al Qaddumi (con tanto di firma di un preliminare), è la prima volta che James Pallotta parla dell’esistenza di una trattativa. Quella che potrebbe portare all’interno della Roma Dan Friedkin, l’imprenditore americano interessato al futuro giallorosso. Da capire se come socio o acquirente, anche se tutte le tracce portano verso l’idea che Friedkin possa entrare prima con una quota di minoranza, per poi vedere se prendersi tutta la Roma o meno.
«Su richiesta della Consob, in relazione ad una possibile acquisizione delle partecipazioni da parte di potenziali investitori, AS Roma Spv Llc – società che detiene il controllo indiretto della Roma tramite la controllata Neep Roma Holding – conferma che sono in corso dei contatti preliminari con potenziali investitori al fine di permettere loro di valutare l’opportunità di un possibile investimento», il testo del comunicato. Tra gli investitori contattati da Goldman Sachs (che ha fatto girare un teaser dove si parla anche di acquisto della proprietà della Roma) c’è proprio Dan Friedkin, che è stato a Roma nei giorni scorsi e che ha lasciato la Capitale proprio in queste ore. Friedkin è arrivato con alcuni legali e uomini di fiducia e allo studio Tonucci (lo studio legale di riferimento da sempre della Roma) nei giorni scorsi ha avviato la due diligence sui conti del club giallorosso. Addirittura il magnate americano aveva messo in preventivo di restare anche per vedere domenica pomeriggio Roma-Brescia, ma poi ha seguito il consiglio di chi gli suggeriva di non farsi vedere «in anticipo» allo stadio.
Friedkin dovrebbe entrare coprendo il prossimo aumento di capitale (termine ultimo il 31 dicembre 2020), anche se dei 150 milioni deliberati dall’assemblea dei soci, per una serie di tecnicismi ne può arrivare a mettere 130. Sarebbe comunque una quota importante, che gli permetterebbe di avere voce in capitolo eccome. Fatto questo primo passo, Friedkin potrebbe poi valutare se prendersi la Roma o meno. Su questo, però, per ora c’è una bella distanza con Pallotta, che valuta il club circa 800 milioni di euro (più le spese per lo stadio, altri 80 milioni) ma che è partito da una richiesta di un miliardo. Friedkin, invece, ne offre al massimo 600, più eventualmente gli 80 spesi già per il progetto di Tor di Valle. Insomma, ballerebbero almeno 200 milioni di euro, non poco.
Di certo c’è che Pallotta ha perso l’entusiasmo (la questione De Rossi, con i tanti insulti a lui e alla famiglia, lo ha allontanato dal club) mentre Friedkin arriverebbe con un bel carico addosso. Ma più o meno con lo stesso modus operandi. E cioè, bilancio attento a costi e ricavi e plusvalenze al seguito, almeno finché non ci sarà lo stadio. Che a Trigoria sono tutti convinti sia in dirittura d’arrivo e che possa essere l’unico vero volano per poter far schizzare i ricavi fino a 350-400 milioni di euro l’anno. Tra l’altro, Pallotta per ora vuole mantenere il pacchetto di maggioranza, ma anche in caso di cessione del club cambierebbe poco. Il management resterebbe quello attuale, con Guido Fienga Ceo e dirigenti come Zubiria e Calvo. Difficile Baldissoni, che è sempre stato l’uomo di Pallotta e che oggi sembra un po’ in disparte. Friedkin è tornato negli Usa, presto darà la sua risposta.
(Gazzetta dello Sport)
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