AS ROMA NEWS SCUDETTO 2001 – Ventiquattro anni. Tanto è passato da quel 17 giugno 2001 in cui l’Olimpico esplose nella gioia tricolore. Avevo ancora da compiere 18 anni, Francesco Totti scriveva la storia, Batistuta riaccendeva i sogni e Montella volava sulle ali dell’entusiasmo. Oggi, alla soglia dei 42, la bacheca romanista conta appena due Supercoppe italiane, qualche Coppa Italia, una Conference League che resterà per sempre nel cuore e una finale di Europa League scippata dal Siviglia. Troppo poco, inaccettabile per una piazza che vive di passione e identità.
Dal nulla di Pallotta alle illusioni (svanite) dei Friedkin
Undici anni di logorante transizione sotto una proprietà americana che ha smontato stemma, data di fondazione e dignità, culminati nell’addio a Totti prima da calciatore e poi da dirigente in una conferenza al vetriolo. Poi l’era Friedkin: entusiasmo, casting hollywoodiano, lo “Special One” in panchina e la speranza di aver finalmente svoltato. Ma José Mourinho si è dovuto scontrare con il protagonismo di Ryan Friedkin e con un progetto sportivo che, al di là della cavalcata europea del 2022, non ha mai trovato continuità. Oggi, mentre crolla l’ennesimo organigramma – via Florent Ghisolfi, via l’avvocato Vitali – la sensazione è di essere tornati al punto di partenza.
Uno scudetto polveroso e quella foto che invecchia con noi
Guardiamo la foto dell’ultima festa: Totti va verso i 49 anni, Batistuta è rientrato stabilmente in Argentina, Montella allena la Turchia. Quella cornice dorata sbiadisce insieme a noi tifosi, costretti a celebrare anniversari mentre il Napoli mette in bacheca due scudetti in tre stagioni e arriva a quota quattro, uno in più della Roma in 97 anni di storia.
Il paradosso del “nuovo corso”
Gian Piero Gasperini, tecnico esperto e serio, ha ereditato una squadra che fatica a segnare e una dirigenza in pieno terremoto. Gli strumenti per vincere non li forniscono le parole di circostanza, ma investimenti mirati e scelte chiare. E invece il club vive di rinvii: dossier stadio che non avanza, mercato impostato e poi smentito, figure centrali licenziate a metà giugno. Nel frattempo la campagna abbonamenti parte con un bug che viola la privacy di migliaia di tifosi: cartolina simbolo della confusione che regna a Trigoria.
L’unica via d’uscita: ambizione reale o “Houston, abbiamo un problema”
Se la proprietà non è in grado di garantire competitività immediata, smetta di nascondersi dietro proclami e storytelling da docu-serie. Torni a Houston e lasci spazio a investitori decisi a vincere, perché Roma merita di più: merita un progetto che superi gli alibi e rinnovi davvero una rosa stanca di accontentarsi.
Buon lavoro, Gasperini. Ma la fortuna non basta
A Gasperini, uomo di campo e maestro di talenti, non si può che augurare buona fortuna. Ne servirà tanta: perché senza una struttura dirigenziale solida e senza investimenti all’altezza, neppure il migliore degli allenatori potrà colmare un digiuno lungo 24 anni.
Oggi non mi va di festeggiare un ricordo: preferisco pretendere un futuro. Basta anniversari, basta nostalgie. È inaccettabile che la Roma abbia tre scudetti in bacheca mentre altrove si alzano trofei con regolarità. O si cambia marcia, o si cambia guida.
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