AS ROMA NEWS DERBY LAZIO PELLEGRINI – Il derby vinto dalla Roma grazie al gol di Lorenzo Pellegrini ha riacceso l’entusiasmo della piazza, con tanti tifosi pronti a celebrare il numero 7 come l’uomo della provvidenza giallorossa. Un’esaltazione legittima, perché ancora una volta il centrocampista romano ha confermato di avere un feeling speciale con la stracittadina. Eppure, in mezzo a cori di gioia e applausi, resta un velo di ipocrisia che non può essere ignorato.
Perché se è giusto riconoscere i meriti di Pellegrini, sarebbe altrettanto onesto ricordare le ombre del passato recente. C’è chi non dimentica il ruolo giocato dal centrocampista, insieme ad altri membri della cosiddetta “compagnia dell’anello”, nelle dinamiche che hanno contribuito all’addio di José Mourinho. Una pagina dolorosa della storia recente della Roma che molti preferiscono archiviare, ma che non può essere cancellata del tutto.
Il punto è semplice: un gol nel derby non basta per ridipingere un’intera carriera. Pellegrini, se vuole davvero conquistare la fiducia piena della sua gente, dovrà dimostrare continuità. Non più una partita sì e dieci no, ma un rendimento costante e all’altezza del ruolo che ricopre. Perché un capitano non è tale solo per la fascia che porta al braccio, ma per la capacità di guidare la squadra ogni settimana, con costanza e sacrificio.
La storia della Roma è chiara: Francesco Totti e Daniele De Rossi hanno incarnato l’essenza del capitano non soltanto nei momenti magici, ma soprattutto nella quotidianità. Non hanno vissuto di sprazzi, ma hanno costruito una carriera di prestazioni solide e fedeltà assoluta. È quel modello che i tifosi pretendono e che Pellegrini deve ambire a seguire.
Chi liquida queste riflessioni come critiche ingiuste, dimostra forse di non avere memoria o di non conoscere davvero il calcio. Perché chi segue la Roma da decenni, dal 1991 a oggi, sa distinguere tra l’entusiasmo del momento e la valutazione lucida di un percorso. E chi non accetta questo tipo di analisi, probabilmente preferisce vivere di slogan e non di verità.
In fondo, la realtà è semplice: Pellegrini ha vinto il derby ed è stato decisivo, ma per scrivere il suo nome nella storia della Roma al pari dei grandi capitani del passato, servirà molto di più di un colpo da tre punti. Servirà continuità, leadership e responsabilità. Perché un vero capitano non si celebra a episodi, ma si riconosce nel tempo.
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