Rassegna stampa
Com’è triste questa Roma: una rete di Cristante salva la squadra di Mourinho
Una Roma triste, con poche idee, strappa un solo punticino in casa del Sassuolo. La reazione, dopo le polemiche della settimana, non c’è stata. E davanti, la squadra di Mourinho aveva una formazione priva dei suoi giocatori migliori, Scamacca e Raspadori, scrive Il Messaggero.
Poco gioco, prestazione modesta e la classifica è sempre più anonima. Un barlume di vera Roma, che piace e che, per grinta e carattere, ricorda quella di inizio stagione si è vista per un paio di minuti, ovvero dopo il gol di Cristante il quale, con quella capocciata quasi a tempo scaduto e contro un Sassuolo in dieci uomini (espulso Ferrari), ha evitato un altro disastro. Ha rimesso a posto un risultato triste, portando la Roma sul due a due e regalandole un punticino che, di questi tempi, al massimo fa morale, ma non cambia nulla. E’ inutile e la posizione in classifica resta deprimente.
Due minuti di reazione e vittoria sfiorata nel finale, per un millimetro, ma non si poteva agire prima? La Roma non ha la forza. Un assalto di pancia più che con la ratio e/o con lo tecnica, caratteristiche che non si vedono ormai da tempo e che, nei novanta minuti di Reggio Emilia, si sono notate quasi mai e non è bastato il rientro di Pellegrini per dare idee e brillantezza.
Doveva esserci una reazione mostruosa contro il Sassuolo, dopo la settimana calda per risultati (sconfitta in Coppa Italia) e polemiche, invece zero. Solo un’illusione. La Roma con il passare dei mesi si è persa per strada, ha smarrito convinzione, ha perso entusiasmo. Ha trovato la via che porta dritto all’anonimato, la condizione peggiore che si possa augurare a un gruppo che ha ambizione, un tecnico vincente come Mourinho e una società che ha investito tanto (ma forse, male).
L’anonimato spersonalizza, distrugge, frena gli stimoli. La Roma, da qui alla fine, rischia di galleggiare a metà classifica, senza obiettivi veri. Il settimo posto attuale (con 40 punti) dopo la trasferta (fuori casa 16 soli punti in 12 gare) con il Sassuolo andrà aggiornato quando la Fiorentina avrà disputato le sue due gare in meno, una stasera contro lo Spezia.
E’ un settimo posto lordo, insomma (la Lazio, sesta, ha due punti in più). C’è il rischio di dover guardare sempre in basso, con il Verona, prossimo avversario, che è dietro di tre lunghezze. Insomma, prima si puntava l’Atalanta, ora la Roma deve stare attenta a Tudor. C’è qualcosa che non torna e una buona parte dei motivi li conosciamo: la rosa non è all’altezza e certi calciatori mancano di personalità.
Ma il gruppo, dice Mou, è unito. La squadra in campo arranca, non trova sbocchi: si esalta a volte, in altre va in trance e subisce rimonte sanguinose e si espone a figuracce. A Reggio Emilia, seguita con affetto dall’ex capitano De Rossi (in tribuna, da collaboratore di Mancini, per seguire gli azzurri del match), abbiamo visto una Roma lenta, nervosa, incapace di creare occasioni (una nel primo tempo con Felix, e la punizione di Pellegrini nella ripesa, stop).
Il Sassuolo è forte, aggressivo, fa girare bene la palla e ha calciatori bravi nell’uno contro uno. Ma non è più forte della Roma. A Dionisi mancavano due titolari come Scamacca e Raspadori, mentre la Roma ha dovuto fare a meno di Zaniolo. Ci ha pensato Traoré a far ballare Karsdorp e soci, firmando la rimonta. Sulla prima rete, scappa all’olandese e mette dentro un banale cross, ma se il banale cross lo tocca Smalling e Rui Patricio sviene davanti al pallone, diventa gol. Il secondo arriva dopo aver raccolto un cross di Berardi (che alla fine litiga con Kumbulla), approfittando della dormita di Karsdorp in area.
Prima dell’uno-due ivoriano (a cui era stato annullato un gol per fallo di mano), c’era stata l’illusione chiamata Abraham, che ha sbloccato la partita su un rigore (mani di Chiriches su cross di Viña). Sì, quel tiro dal dischetto che gli mancava, dopo aver provato per tre volte, contro la Juve (andata e ritorno) e con il Cagliari. Stavolta ha avuto l’ok dal generoso Oliveira, si è presentato davanti a Consigli e non ha fallito, segnando la diciottesima rete stagionale, lui gioca un altro campionato e Pinto ha fatto bene a non farselo scappare.
Campionato che la Roma vuole portare a temine nel migliore dei modi, perché la zona Europa non va abbandonata, che si chiami Europa League o Conference. Mou, che ha una squadra unita e che ci mette cuore, deve lavorare su certe amnesie incomprensibili: la partita contro il Sassuolo ricorda quelle di Verona e Venezia. Stavolta almeno non è arrivata una sconfitta. Ma certe prestazioni devono tornare ad essere l’eccezione, non la regola.
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