Rassegna stampa
Roma, quanto mi costi. Conti sempre più in rosso, è fondamentale l’Europa
Altri 7,5 milioni di euro, questa volta versati nel mese corrente, quello di febbraio. La Roma continua a galoppare come non mai, ma solo nei costi e non nei risultati. Tanto che i Friedkin, appunto, hanno dovuto iniettare altro denaro fresco nelle casse giallorosse per garantire le attività correnti e il buon funzionamento della società giallorossa, scrive La Gazzetta dello Sport.
Certo, rispetto ai 25,8 immessi a gennaio o ai 15,8 di dicembre sembra quasi un dolce respiro (senza pensare ai 60 versati ad agosto dello scorso), ma la realtà dei fatti è che la Roma continua a costare troppo (i Friedkin sono infatti arrivati ad un investimento totale di 534,8 milioni di euro, tra il prezzo di acquisto ed i vari finanziamenti successivi), molto più di quanto non produca. È il succo della semestrale giallorossa, che sancisce anche un rosso di bilancio nei primi sei mesi di stagione di ben 113,7 milioni di euro, superiore di ben 39,9 milioni rispetto al -74,8 di un anno fa.
Ed i risultati del campo, è evidente, non aiutano di certo, con la squadra di Mourinho (oggi assente a La Spezia per squalifica) che stenta in campionato e spera di dare un senso all’annata in Conference League. Già, perché all’orizzonte – almeno allo stato attuale – c’è una stagione addirittura senza Europa (i giallorossi oggi sono ottavi, fuori da qualsiasi competizione continentale del 2022/23). E non giocare le coppe sarebbe drammatico per i mancati guadagni e per l’immagine del club.
La tanto bistratta Conference League, ad esempio, finora ha generato ricavi per 11,9 milioni di euro (seppur inferiori ai 15,3 che nella passata stagione aveva portato – nello stesso momento – l’Europa League), a cui bisognerebbe aggiungere un danno in termini di sponsor, valorizzazione e rapporti esterni. Insomma, restare fuori dall’Europa – anche quella di Serie C – sarebbe un’ulteriore mazzata sui conti.
Che sono peggiorati nonostante i ricavi da gara siano cresciuti (da 10,9 a 18,3 milioni), anche a causa di un calo dei diritti televisivi (da 52,7 a 32,4 milioni) ed un aumento dei costi consolidati, passati nell’arco di un anno da 118,4 a 132,1 milioni. Con questi numeri diventa francamente difficile. Se non continuando a buttare dentro la Roma soldi su soldi da parte della proprietà americana. Che, appunto, ha voglia anche di un confronto con l’Uefa perché gli effetti del Covid impongono una riflessione sul financial fair play.
Ma sui conti giallorossi, ovviamente, pesano anche i costi operativi e, in particolare, le spese per il personale, che sono aumentate di oltre il 10%, passando da 78 a 88,7 milioni di euro. Che poi, sostanzialmente, non sono altro che i costi dei giocatori e dello staff tecnico, in gran parte assorbiti dai loro ingaggi. La Roma oggi, da questo punto di vista, ha come principale costo quello legato a José Mourinho, il cui ingaggio si aggira intorno ai 7,5 milioni di euro.
Ma anche i giocatori guadagnano tutti molto: Abraham 4,5 milioni netti (ma può arrivare fino ai 6, con bonus semplici), Pellegrini 4 (ma anche lui è destinato a superare i 5 con i bonus), Smalling 3,8 e la coppia Mkhitaryan-El Shaarawy che si attesa intorno ai 3,5 (anche qui però bisogna aggiungere eventuali bonus). Girano invece verso i 3 milioni di ingaggio Veretout, Spinazzola e Rui Patricio, Zaniolo si ferma invece a 2,6.
Ed i futuri rinnovi non aiuteranno, con lo stesso Zaniolo che punta ai 4 e Mancini che sarà rinnovato intorno ai 3. L’accordo del difensore è già stato prolungato fino al 2026, ma automaticamente alle stesse cifre. Presto arriverà il rinnovo vero. Con ulteriore aggravio per le casse giallorosse.
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