I ragazzi si faranno, ma la Roma… Volpato e Bove: 37 anni in due salvano Mourinho

La Roma davvero è poca, brillano i ragazzi, che portano due gol salva-risultato e un po’ di speranza: Cristian Volpato, anni 18, ed Edoardo Bove, 19. Diciamo che il futuro, nei loro piedi, può essere roseo, il presente va sistemato, scrive Il Messaggero. 

Perché la Roma, per circa un’ora, in campo non è esistita, è stata in balia di un Verona tosto e coraggioso. La vera Roma ha fatto capolino a inizio stagione, poi si è arrotolata in se stessa ed è caduta, via via, rischiando spesso il botto grosso. La settimana scorsa, a Reggio Emilia, è stata salvata sul gong da un colpo di testa di Cristante, stavolta ci hanno pensato loro, Cristian ed Edoardo, 37 anni in due, meno di Ibra. Un paradosso: Mourinho di solito chiama i grandi giocatori, stavolta è costretto ad aggrapparsi ai giovani. Ma l’alibi Mou ce l’ha: le nove assenze, quattro i titolari mancanti, che avrebbero dato qualcosa di più, ma non abbiamo prove.

José, espulso (ha anche mimato a Pairetto il segno del telefono…), dopo la partita non ha voluto parlare. Silenzioso e infuriato con Pairetto, con cui ha un conto in sospeso da Bologna: l’arbitro ha consentito qualche perdita di tempo e alcune sceneggiate di troppo. Prima, il direttore di gara, lo ha salvato dopo che aveva buttato in tribuna il pallone, sull’ultima protesta vibrante, Pairetto, non l’ha perdonato. «Amo questa gente e per loro combatto. Non parlo è meglio andare a casa e cenare bene. Buona domenica», dirà lo Special dai sui social. 

La Roma di torti ne ha subiti, stavolta emerge la prestazione negativa. La Roma nel tempo ha perso verve e qualità (e già ne aveva poca), non del tutto l’anima, invocata sabato da Mourinho, consapevole dei limiti tecnici e di organico. Confidava nella gente. Che ha fatto la propria parte, rumorosa e canterina. Ma alla fine del primo tempo, i fischi si sono sentiti fino a Trigoria, quartier generale della Roma, dove dovrà essere ripensato il futuro. Alla fine, la squadra sotto la Curva ha preso altri fischi, nonostante la rimonta.

A fine primo tempo Mou manda Oliveira e Viña a fare la doccia (poi uscirà anche Maitland-Niles): il primo, acquisto di gennaio, evaporato dopo tre partite buone, il secondo arrivato in estate per sostituire Spinazzola, ma non ci siamo. Il risultato sembrava già compromesso dopo i 45 minuti inspiegabili. 

Domanda: se la squadra è compatta, perché gioca così? Ma poi il calcio scrive storie che vanno al di là della logica e della tattica. Nemmeno cinque minuti e la Roma viene colpita da Barak dopo una respinta goffa di Rui Patricio; al ventunesimo Tameze firma il bis, affondando una difesa in bambola, con Caprari che approfitta di un Karsdorp spaesato, schierato anche centrale di difesa, e serve al compagno una palla gol al bacio. 

Poco prima di rientrare in campo, Mou regala pacche sulle spalle ai suoi nel sottopassaggio, la squadra torna con le novità Veretout e Zalewski ma non si vedono grossi miglioramenti. Resta il grigiore generale, tra calciatori che sbagliano passaggi semplici ed esterni che crossano sul corpo degli avversari. In tribuna, Totti e De Rossi (e sono tornati i Friedkin), che vigilano e chissà… 

Entrano Volpato, italo australiano assistito dall’ex capitano, e Bove. La squadra reagisce ed è proprio il cucciolo tottiano a riaprire il match, con un sinistro che buca la difesa del Verona e Montipò, fino a quel momento in vacanza. Mou esulta, non sa che un altro suo cucciolo inventerà il gol del pareggio. E che gol: bomba di destro sul primo palo. La nottata è passata, ma c’è tanto da lavorare.

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