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Roma, Mourinho squalificato per due giornate. Tiago Pinto fino all’8 marzo
José Mourinho è stato squalificato per due giornate. E’ questo il responso del giudice sportivo, Gerardo Mastrandrea, arrivato pochi minuti fa.
Il gesto del telefono e le proteste contro l’arbitro Luca Pairetto, oltre alla frase che il portoghese gli avrebbe detto durante la partita contro l’Hellas Verona di sabato pomeriggio allo stadio Olimpico, costano allo Special One il posto in panchina sia contro lo Spezia, sia contro l’Atalanta e un’ammenda da 20.000 euro. Due giornate di squalifica anche per Nuno Santos, mentre Tiago Pinto è stato squalificato fino all’8 marzo.
Le motivazioni del Giudice Sportivo
Squalifica per due turni a Mourinho “per avere, al 45° del secondo tempo, rivolgendosi al Quarto Ufficiale, indirizzato gravi insinuazioni al Direttore di gara, nonchè per essere entrato, all’atto del provvedimento di espulsione, sul terreno di giuoco con fare minaccioso contestando platealmente la decisione arbitrale; infine, al termine della gara, nel tunnel che adduce agli spogliatoi, per aver reiterato le suddette insinuazioni nei confronti del Direttore di gara mentre cercava di trattenere il proprio Direttore sportivo; recidivo”.
Due turni di stop al preparatore dei portieri Nuno Santos “per avere, al 41° e 47° del secondo tempo, rivolto espressioni gravemente insultanti al Direttore di gara; infrazione rilevata dai collaboratori della Procura federale”.
Un turno ed ammenda di 5mila euro al preparatore atletico Stefano Rapetti “per avere, al 25° del secondo tempo, inveito pesantemente contro un componente della panchina avversaria proferendo anche un’espressione blasfema; infrazione rilevata dai collaboratori della Procura federale”.
Squalifica fino all’8 marzo per Tiago Pinto “per avere, al termine della gara, nel tunnel che adduce agli spogliatoi, affrontato in maniera irruenta l’Arbitro e, pur trattenuto dal proprio allenatore, indirizzato allo stesso gravi insinuazioni; sanzione ridotta per aver presentato in un secondo momento formalmente le scuse al Direttore di gara, accettate dal medesimo; infrazione rilevata anche dai collaboratori della Procura federale”.
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