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Roma, Mourinho rilancia: “Testa e cuore per i tifosi”
Dentro alla conferenza stampa di José Mourinho stavolta c’è più da leggere il non detto rispetto alle parole esplicite, scrive il Corriere dello Sport. Quando entra nella sala di Trigoria, in look casalingo, Mourinho per prima cosa mostra nove dita: nove, quanti sono gli indisponibili che ha contato per la Roma che affronterà il Verona, tra squalifiche infortuni e Covid.
E’ preoccupato perché «per qualunque squadra diventa molto difficile affrontare una partita se mancano così tanti giocatori. Ma noi siamo qui e proveremo a prendere dei punti». Parla di punti, non di una vittoria che manca ormai da un mese.
Il secondo messaggio, ripetuto più volte, chiama in causa i tifosi ma assomiglia a un richiamo per la squadra: «Chi giocherà deve rendersi conto che nonostante i nostri risultati l’Olimpico sarà di nuovo pieno. C’è una passione incredibile che deve restare nella nostra testa, se non proprio nel cuore. Spero che con l’aiuto del pubblico riusciremo a toglierci delle soddisfazioni».
Terzo messaggio, sul silenzio imperscrutabile dei Friedkin: «Io sono abbastanza intelligente da capire che non sia giusto né rispettoso chiedere alla proprietà di parlare. Quale allenatore potrebbe permettersi di farlo? Io non lo faccio. Semmai mi confronto con i Friedkin in privato, scambiando opinioni. Loro hanno l’umiltà di ascoltare le mie idee di calcio, io ascolto le loro nel campo imprenditoriale».
Ma si evince, dalla risposta non risposta, che sarebbe ben contento di ascoltare in pubblico la voce del padrone, che non ha ancora rilasciato un’intervista dal suo sbarco in Italia e nelle ultime settimane non è mai stato notato allo stadio.
L’ultimo messaggio è un sostegno pubblico all’unico giocatore in scadenza di contratto, Mkhitaryan, che oggi non ci sarà ma in futuro può ancora tornare utile a Mourinho: «E’ stato l’unico elemento della rosa che non ha avuto cali di rendimento nel corso della stagione. Ha saputo gestirsi, anche giocando tre volte a settimana, garantendo sempre un alto livello di performance. Non ha mai preso una squalifica né si è trovato in diffida».
E’ intuitivo che Tiago Pinto, per accontentare Mourinho, debba fare il possibile per trattenere Mkhitaryan. Anche perché Mourinho lo ha citato come esempio virtuoso autonomamente, in confronto a Veretout «che ha avuto come tutti dei momenti non brillanti, ma ora sta tornando su un piano che considero accettabile».
Mourinho si aspetta una partita diversa, partendo da una battuta: «E’ cambiato il meteo. A Verona pioveva e faceva freddo, mentre stavolta il clima sarà diverso… Ma a parte gli scherzi, le circostanze saranno differenti. Loro sono tranquilli in classifica e hanno un’identità precisa, che Tudor ha recuperato sul solco dell’allenatore delle stagioni precedenti (Juric, ndr). Mi aspetto una partita dura, per entrambe le squadre. A me dispiace solo distruggere la mia Primavera, che deve affrontare il Milan. Dovrò portare tanti giocatori giovani in panchina perché non abbiamo tante alternative».
Mourinho spera nei guizzi di Abraham, che può eguagliare i 12 gol in campionato segnati da Gerry Hitchens, ultimo inglese a raggiungere questa cifra in Serie A, con l’Inter nel 1962/63. «Tammy sta andando bene – racconta l’allenatore – ma può fare meglio. Non è stato facile ambientarsi per lui, che veniva dall’Inghilterra e si è dovuto calare in una realtà completamente nuova. Sono contento di quanto ci ha dato finora però voglio di più. E voglio anche che la squadra lo assista meglio. Solo con l’interazione si può crescere».
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