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Abraham: “Partita e vittoria pazzesche, quella porta davvero sembrava maledetta”

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C’è il marchio di Tammy Abraham, al dodicesimo gol in campionato, il diciannovesimo in stagione, a segno per la quinta trasferta consecutiva, sull’importantissima vittoria della Roma sul campo dello Spezia, scrive il Corriere della Sera

Il centravanti inglese al minuto 99 (è il gol più tardivo nella storia della Roma in Serie A) di una partita che sembrava stregata per i giallorossi, si è preso la responsabilità di calciare un rigore assegnato dall’arbitro Fabbri dopo la revisione al Var, per un calcio in faccia ricevuto da Zaniolo: l’ex del Chelsea, come contro il Sassuolo, è rimasto freddo e ha realizzato il suo secondo penalty in carriera.

A fine partita ha esultato con i compagni e con i tifosi, a cui ha regalato la maglia e se in Inghilterra alcuni tabloid hanno scritto di un suo possibile ritorno al Chelsea a fine stagione, lui sembra essersi ambientato alla grande nella Capitale. «Roma è casa mia – le sue parole – mi sono innamorato della città e dei tifosi dal primo giorno, per me la cosa più importante è avere successo per la Roma, speriamo di continuare così».

Prima di trasformare il rigore da tre punti, la sua partita non era stata straordinaria. «Non ho parole per descrivere l’ultima azione, non so cosa sia successo, la porta sembrava maledetta, anche io ad un passo dalla linea non sono riuscito a segnare ma l’importante è stato portare a casa la vittoria». 

Contro il Sassuolo ha dovuto strappare il pallone dalle mani di Sergio Oliveira per calciare il penalty, stavolta non ce n’è stato bisogno. «Abbiamo lavorato sui rigori, io ero il rigorista designato, faccio i complimenti a Pellegrini che mi ha tolto le pressioni di dosso e mi ha incitato. È stata una partita difficile, sapevamo che sarebbe stata importante per i tifosi e per tutti noi».

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È stata una partita importante anche per Nicola Zalewski, alla prima da titolare dopo la bella prova contro il Verona. «Mourinho non mi ha detto che sarei stato titolare – le sue parole – aveva provato delle situazioni tattiche in settimana, ma ho saputo che avrei giocato solo in mattinata. Abbiamo giocato un buon match, è venuto a vedermi il c.t. della nazionale polacca e gli regalerò la maglia del mio esordio. La posizione? Si tratta di un ruolo nuovo per me, il tecnico mi chiede compiti difensivi e di puntare l’uomo come ho sempre fatto. Il ricordo più bello di questa giornata sono i tre punti all’ultimo minuto, con un gol che ci siamo meritati perché abbiamo sempre avuto un mano la partita».

FOTO: Credits by Shutterstock.com

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