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Vanzina: “Ai Friedkin consiglio di non mettere in discussione Mourinho. Derby? Vince la Lazio…”

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AS ROMA NEWS VANZINAEnrico Vanzina, regista e autore cinematografico, è stato intervistato da New Sound Level spaziando tra i suoi ricordi sulla Roma e sull’attualità del derby contro la Lazio. Queste le sue dichiarazioni:

“Falcao è andato a trovare mio figlio che era in coma all’ospedale di Porto Alegre. Non lo potrò mai dimenticare. Il voto a Falcao è sempre 10 in pagella, non può cambiare mai. Ho un aneddoto su di lui molto toccante che non ho mai raccontato. Mio figlio negli anni ‘80 era in Brasile ed ebbe un gravissimo incidente in macchina e fu ricoverato in una clinica di Porto Alegre. Chiamarono me e mia moglie dicendo che nostro figlio era in coma e feci questo viaggio che ero sconvolto. Arrivammo a Porto Alegre e mio figlio era ancora in coma. Mia moglie si trattenne mentre io fui costretto a tornare in Italia per lavoro. Mia moglie mi disse che un giorno Falcao lo andò a trovare e ho sempre creduto che questa visita abbia fatto aumentare l’attenzione su di lui che alla fine si è salvato. Questa cosa personale vale molto di più del voto che gli ho sempre dato in campo”.

Qual era la caratteristica di quella Roma degli anni ’80?
“Quella Roma era spettacolare, tutti ci temevano. Dobbiamo ringraziare sempre il Presidente Viola. Negli anni 80 la Roma acquisì molta più forza mediatica sia nel cinema che nella televisione grazie all’azione tenace del presidente Viola, un uomo accorto che poteva contare su una forza economica minore rispetto alle squadre del Nord. La Roma in quegli anni giocava in modo spettacolare, c’era qualcosa di magico in campo, si percepiva il fatto che la Roma giocasse meglio delle altre squadre. Quella Roma lì aveva un’anima particolare e metteva sull’attenti anche i tifosi delle altre squadre”.

Il calcio di oggi ha perso quella componente di romanticismo e passione?
“Non esiste più il senso di appartenenza. È diventato uno sport televisivo ed è venuta meno la passione. Si è globalizzato come tutte le cose, prima c’erano le botteghe e ora compriamo le cose al computer. È tutto più freddo e il calcio non è da meno, è diventato una macchina da soldi dove non si conoscono i proprietari delle squadre e non esiste più il senso di appartenenza. Abbiamo delle squadre in cui i giocatori del luogo sono pochissimi, anche noi alla Roma li abbiamo persi quasi tutti. Il pubblico quindi non ha più quella scintilla di appartenenza data da quei simboli. In più il calcio spalmato su tutti i giorni della settimana è confusionario e le partite si assomigliano tutte e poi il Covid ha reso lo sport televisivo ed è venuto a mancare il cuore”.

Poi qualche aneddoto sull’anno dello scudetto: “L’anno prima avevo cominciato ad andare a Controcampo e siccome la Roma non andava bene erano tutti miei amici, mi abbracciavano e stavo simpatico a tutti. L’anno dopo, come la Roma alzò la testa, non gli stavo più simpatico. Mi ricordo che andai a vedere la partita a Verona con il biglietto comprato dal presidente e mi diedero un biglietto strano; entrato allo stadio mi ritrovai in mezzo a tutti i tifosi del Verona. A un certo punto il più cattivo di tutti mi si avvicinò con sguardo torvo e mi disse: “sei il più coraggioso di tutti a venire qui da solo”. Questo fatto di non stare simpatici ce l’abbiamo ancora, ma anche a noi gli altri non stanno simpatici”.

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Un consiglio per i Friedkin: “Non devono mettere in discussione Mourinho. È inutile smontare l’organico ogni sei mesi come abbiamo fatto negli ultimi anni. Sono cambiati i fondamentali del calcio quindi cosa ci sia nella testa di queste persone che arrivano dall’estero e che spendono così tanti soldi io non lo so. Credo in ogni caso che non debbano tentennare sulla scelta fatta in estate di prendere Mourinho, perché se cambiamo tutto ogni anno non andiamo da nessuna parte, dobbiamo essere stabili sulla scelta di Mourinho che riempie di emozione ogni sua scelta anche nell’errore”.

Una battuta sui prossimi impegni della Roma: “La Lazio è strafavorita (ride, ndr). È fondamentale vincere la Conference. Ti rispondo molto tranquillamente, secondo me la Lazio è molto favorita e vinceranno facile. Messa da parte la scaramanzia io credo che sarebbe fondamentale vincere la Conference dopo anni in cui non abbiamo vinto nulla, perché sarebbe un piccolo tassello di un percorso concreto”.

FOTO: Credit by Depositphotos.com

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