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Hamburger Day, meglio naturale o sintetico? Risponde il medico-nutrizionista

(Adnkronos) –
Il 28 maggio è l'Hamburger Day 2025, la giornata internazionale dedicata a uno dei piatti 'Made in Usa' più iconici, adottato da anni anche nei gusti degli italiani. Oggi però la sfida del burger è anche con il suo 'gemello' sintetico, come spiega all'Adnkronos Salute Mauro Minelli, immunologo clinico e docente di Nutrizione Umana dell'Università Lum. "Si chiama carne coltivata, ma è anche conosciuta come carne sintetica o 'carne in vitro'. Definizioni diverse per indicare una tipologia di carne prodotta mediante estrazione dall'animale vivo di cellule staminali che poi verranno coltivate in laboratorio. In realtà, oltre alla carne – puntualizza lo specialista – di sintetico si può trovare pure il pesce e il latte, cibi composti con ingredienti di sintesi, fabbricati con tecnologie di riproduzione cellulare o di sintesi proteica". "Sul piano teorico – illustra Minelli – alla carne sintetica possono essere riconosciuti alcuni vantaggi se si considera che i processi di coltura, proprio perché effettuati in condizioni di sterilità, non richiedono antibiotici e, dunque, non comportano rischi di antibioticoresistenza, tutt'altro che infrequenti in zootecnia. D'altro canto, è intuitivo che la carne coltivata sia decisamente meno esposta al rischio di infezioni batteriche o virali che, invece, possono colpire gli animali in allevamento, non si associa ai pericoli connessi a pesticidi e fungicidi presenti nei mangimi, né porta ad eventuali spillover o zonosi. Ulteriore elemento da considerare è il contenuto in grassi dei prodotti sintetici che può mantenersi entro i livelli raccomandati, sostituendo completamente i grassi saturi con grassi migliori come gli omega 3". Tuttavia, "per quanto i due tipi di carne mostrino una composizione simile per contenuto energetico, grassi e proteine energia, lo stesso non avviene per i caratteri organolettici e per il contenuto in micronutrienti come vitamine e composti bioattivi tra cui la carnitina, il coenzima Q10 o il glutatione, sostanze che nell'animale al pascolo sono presenti in modo significativo", chiarisce Minelli. Elemento importante che ancora manca per una valutazione più complessiva degli effetti del cibo in provetta "è sapere se la carne sintetica, introdotta nel nostro organismo e che arriva nel nostro intestino, sia digeribile alla stessa maniera di quella normale, quali sono i suoi percorsi metabolici e se sia in grado di modulare in maniera adeguata le funzioni strategiche del nostro microbiota, la cui composizione e attività metabolica risultano fortemente dipendente da quello che mettiamo a tavola", conclude l'esperto. L'Italia è stato il primo paese al mondo a vietare la tecnologia alimentare dietro la 'carne sintetica', una decisione presa nel 2023. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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