AS ROMA NEWS DERBY SIMPLICIO – «Il derby va vinto: giochi bene o male, ma devi vincere». Lo sa bene Fabio Simplicio, ex centrocampista della Roma e uomo-gol nel derby di Coppa Italia del 2011 con la celebre corsa solitaria sotto la Sud. Queste le sue dichiarazioni a La Repubblica:
Gasperini è al primo derby, pensa sia l’allenatore giusto per la Roma?
«Sì. Lavora bene da tempo. Portarlo è stato un grande colpo di mercato: speriamo che quest’anno si possa arrivare in Champions e poi allo scudetto».
Ha detto «speriamo», si sente ancora legato a Roma?
«Certamente. La Roma è nel mio cuore: sono stato lì quasi tre stagioni. Quando posso torno a salutare lo staff: nel settore giovanile c’è ancora il papà di De Rossi che fa un grande lavoro».
Ci racconta Wesley?
«È giovane e deve imparare tanto, ma sta crescendo molto. Servono pazienza e tempo: non è semplice arrivare e conquistare tutti subito ma può seguire la strada dei grandi esterni brasiliani che la Roma ha avuto, come Cafu e Maicon. Al Flamengo era spettacolare: spero faccia a Roma quello che ha fatto lì e in nazionale».
Le difficoltà per un brasiliano che sbarca in Serie A?
«Fuori dal campo: lingua e abitudini. Roma è una città “calda”: bisogna fare attenzione ai posti dove andare. In campo, la tattica: a lui piace spingere, ma in Italia devi impararla benissimo. È un bravo ragazzo, con esempi forti: è stato allenato da Filipe Luís che ha giocato tanto in Europa. gli sarà utile anche a Roma».
Quanto pesa il derby a Roma?
«Tantissimo. L’importante è vincere: che giochi bene o male, ilderby va vinto. Ti dà una spinta per tutto l’anno. Se perdi, sembra che cada il mondo».
E il gol del 2011? Ricorda l’esultanza sotto la Sud.
«La soddisfazione più bella. Da giocatore delle altre squadre, quando la Roma segnava vedevo i giocatori andare sotto la curva e pensavo fosse una cosa pazzesca. Quando l’ho fatto io… solo chi gioca il derby può capire».
Un pensiero su Ranieri.
«Dopo che sono andato via non l’ho più sentito, ma gli faccio un grande in bocca al lupo per il nuovo ruolo. È stato un bravo allenatore: mi ha fatto capire il vero calcio italiano».
Lei ha avuto Luis Enrique ad inizio carriera, che allenatore è diventato?
«È il miglior allenatore che ho visto. A Roma non è stato facile capirlo subito. Oggi si vede come fa giocarele sue squadre: il Barcellona prima e il Psg ora giocano un calcio incredibile. Peccato non abbia avuto la stessa fortuna a Roma».
Ancelotti vi farà vincere il Mondiale?
«Il Brasile lo ha abbracciato: con lui possiamo cambiare mentalità. L’Argentina è fortissima, ma noi ci crediamo. Ventiquattro anni di digiuno sono troppi».
Cosa fa oggi Simplicio?
«Lavoro con il fratello di Doni, ci occupiamo di tanti calciatori brasiliani. Alcuni giocano nelle giovanili della Roma».
Renato Marin è un vostro assistito, ora è al Psg.
«È un portiere bravissimo. A Roma ha avuto poco spazio in prima squadra, ma ha lavorato bene e ha seguito la squadra da vicino. Al Psg spero possa fare una bella carriera».
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