Editoriale
Roma, tra il sogno Echeverri e il rebus Dovbyk: Gasperini vuole un attacco su misura

AS ROMA NEWS ECHEVERRI DOVBYK – C’è un’immagine che racconta meglio di qualsiasi discorso il momento che vive la Roma: il commento “Top amico” di Claudio Echeverri sotto il post di Matías Soulé, che festeggiava il gol al Lens. Bastano due parole, un semplice indizio social, per scatenare i sogni dei tifosi. Perché è proprio lì che si gioca il futuro della Roma di Gasperini: nel colpo che può accendere l’attacco e cambiare il destino della stagione.
Gasperini è un allenatore che non si accontenta. Non lo ha mai fatto. Il suo calcio vive di intensità, coraggio, rischio. Per questo, al netto delle vittorie in precampionato e della sensazione di una squadra già diversa rispetto al recente passato, il tecnico di Grugliasco continua a chiedere rinforzi. Sa che senza un esterno offensivo in grado di saltare l’uomo e creare superiorità, la sua Roma resterà monca. Ecco perché il nome di Echeverri non è solo suggestione, ma una necessità. Il talento argentino è giovane, acerbo forse, ma ha quel mix di velocità, tecnica e imprevedibilità che manca a questa rosa. La trattativa con il City è complessa: gli inglesi vogliono il prestito secco, la Roma spinge per il diritto di riscatto. Ma la volontà del ragazzo — che ha già detto sì — può fare la differenza.
Dall’altra parte c’è Dovbyk, che rappresenta l’altra faccia della medaglia. Arrivato appena un anno fa come bomber dei sogni, oggi appare già un corpo estraneo. Non basta un gol a porta vuota contro il Cannes per scrollarsi di dosso i mugugni dei tifosi. Gasperini lo vede poco funzionale al suo gioco, troppo statico per un calcio che pretende movimento continuo e partecipazione. E non è un caso che Ferguson, più giovane, più mobile e soprattutto più affamato, gli abbia già rubato la scena. La Roma lo valuta 32 milioni, cifra utile a non generare minusvalenze, ma il rischio è che resti in bilico fino agli ultimi giorni di mercato, condizionando tutte le scelte in entrata.
E allora la domanda è semplice: cosa vuole essere la Roma? Una squadra che rincorre il futuro o che lo costruisce? Perché trattenere Dovbyk per forza, senza crederci davvero, significherebbe zavorrare un progetto che invece chiede leggerezza e coraggio. Portare Echeverri a Trigoria, invece, significherebbe scommettere su un talento vero, accendendo anche l’entusiasmo di un popolo che da troppo tempo vive di rimpianti.
Il tempo stringe: meno di tre settimane al debutto contro il Bologna. Gasperini ha già disegnato la sua Roma, ma manca ancora la pennellata decisiva. E ora tocca a Massara trovare il colore giusto.
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