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Le Fée ricorda il breve passaggio alla Roma: “Con De Rossi mi sentivo importante, poi tutto è cambiato”

AS ROMA NEWS LE FEE SUNDERLAND DE ROSSI – Enzo Le Fée, protagonista ieri con il Sunderland nella semifinale d’andata dei playoff per la promozione in Premier League, è tornato a parlare del suo passato alla Roma. Intervistato da Sunderland Echo, il centrocampista francese ha raccontato la delusione per un’esperienza mai davvero decollata nella Capitale, dopo un inizio promettente sotto la guida di Daniele De Rossi.
Attualmente in prestito con obbligo di riscatto legato alla promozione del Sunderland, Le Fée ha brillato nelle ultime settimane in Championship, mostrando le qualità che alla Roma si erano appena intraviste.
“Con De Rossi mi sentivo al centro del progetto”
Il racconto dell’ex giallorosso parte proprio dal suo arrivo nella Capitale: “Ho avuto tre allenatori a Roma. E sapete, quando si cambia club, per me la cosa più importante è parlare con l’allenatore. Con De Rossi è stato incredibile: mi disse che gli piaceva come giocavo e che potevo essere un buon numero otto nel suo sistema”.
Le Fée aveva scelto la Roma proprio per il feeling nato con l’ex capitano romanista, ma l’entusiasmo iniziale si è scontrato presto con la realtà: “Dopo il precampionato, abbiamo giocato quattro partite e abbiamo cambiato allenatore. Nello stesso periodo ho avuto un infortunio, ed è stato tutto più difficile”.
“Senza fiducia, non puoi esprimerti”
Il cambio di guida tecnica ha inciso profondamente sulla sua stagione. Con il nuovo allenatore – non citato esplicitamente ma riferito al periodo post-De Rossi – lo spazio si è ridotto drasticamente: “Era un po’ tutto più tattico, con meno libertà. Quando non giochi, devi trovare fiducia in te stesso, ma serve anche quella dell’allenatore. A Roma non l’ho sentita. Per questo ho scelto Sunderland: qui sapevo che l’avrei avuta”.
Tra Iniesta, passaggi filtranti e calcio italiano
Le Fée ha poi condiviso anche il suo ideale calcistico, dichiarando la propria ammirazione per Andrés Iniesta, che definisce “un genio, sembrava avesse gli occhi dietro la testa”.
“Il mio piacere più grande nel calcio è trovare il passaggio per l’attaccante. In Italia, però, a volte è difficile: le squadre si chiudono molto e non trovi spazi. Nel calcio di transizione, come qui in Inghilterra, è più semplice”, ha aggiunto.
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