AS ROMA NEWS STADIO PIETRALATA VELOCCIA – Maurizio Veloccia, Assessore all’Urbanistica del Comune di Roma, è intervenuto a Teleradiostereo 92.7 nella trasmissione ‘Te la do io Tokyo‘ ideata e condotta da Mario Corsi. Queste le sue parole:
Nel corso degli ultimi anni la Roma ha cambiato diversi dirigenti addetti allo stadio, come se li spiega?
“Devo dire che con i vari interlocutori della Roma che si sono succeduti noi abbiamo sempre avuto una grande collaborazione. Noi adesso stiamo lavorando molto con la dottoressa Bernabè che invece rappresenta un filo di continuità in questi anni e che devo dire ci ha sempre dato tutte le risposte, anche con molta chiarezza, rispetto alle questioni che abbiamo posto nel tempo. Quindi noi abbiamo un rapporto positivo. Quello che secondo me si sottovaluta un po’ è che è un progetto da un miliardo di euro e in un contesto urbanizzato, perché non siamo in aperta campagna, perciò è un progetto che ha tantissime complessità e quindi secondo me talvolta si dà troppa enfasi a delle questioni che poi puntualmente si riescono a risolvere, ma che non sono questioni impreviste, sono delle questioni che in un progetto da un miliardo e oltre in un contesto urbanizzato devono essere affrontate. Noi abbiamo situazioni simili in progetti di qualche milione di euro figuriamoci in progetti così grandi, penso alle aree occupate, alla necessità di fare degli sgombri, adesso due giorni fa abbiamo liberato l’area dell’autodemolitore che stava lì da trent’anni e chi è del mestiere sa che è difficilissimo riuscire a liberare un’area questo genere e l’abbiamo fatto. E l’abbiamo fatto, nonostante tanti ricorsi al Tar, in modo anche pacifico, nel senso che alla fine il soggetto ha deciso di restituire l’area quindi i passi si stanno facendo. Io ho fatto un sopralluogo due giorni fa e abbiamo pubblicato un video in cui diamo conto dei sondaggi archeologici che si stanno realizzando, peraltro sondaggi che la sovrintendenza giustamente ha detto fossero molto molto accurati, molto molto ampi e che si stanno realizzando. Quindi i passi in avanti ci sono, la collaborazione c’è, la Roma, ovviamente non entriamo in quella sfera, ha scelto di avvicendare dei dirigenti ma c’è sempre starà continuità nel confronto con la società. Al di là di chi l’ha rappresentata”.
Riguardo alla valutazione di impatto ambientale e il tema degli hotspot: saranno gestiti direttamente dalla Roma, sono stati concordati con voi? Questa è una cosa che può allungare ai tempi del progetto, aumentare i costi?
“Progressivamente la Roma sta indagando le aree, sia per quanto riguarda l’archeologia, sia per quanto riguarda la geologia e sia per quanto riguarda l’analisi vegetazionale. È una fase questa delle indagini sul campo, cosa che non poteva essere fatta ovviamente in un mese quando si stava presentando lo studio di fattibilità e l’Assemblea si doveva pronunciare. La legge ci dà 30 giorni per analizzare le carte e quindi abbiamo dichiarato il pubblico interesse sulla base di queste carte e delle valutazioni, poi ci sono le indagini, che possono portare anche a delle modifiche progettuali. A oggi le indagini che sono state fatte, sia quelle archeologiche sia quelle geognostiche non hanno prodotto situazioni di criticità. Per esempio è stata fatta un’indagine proprio nell’area dell’autodemolitore e non sono state individuate problematiche. È chiaro che laddove ci dovessero essere dovranno essere bonificate o comunque messe in sicurezza eventuali contaminazioni, eventuali fonti di contaminazione. Sarà un lavoro che poi verrà fatto progressivamente. Anche riguardo l’analisi vegetazionale, laddove ci siano presenze apprezzabili dal punto di vista naturalistico, anche in quei casi si dovrà fare un lavoro di compensazione ambientale. Ma, come detto più volte, intorno allo stadio sorgerà una grandissima area di verde attrezzato e naturale, per aumentare la dotazione di verde fruibile e sicuro rispetto a quello che c’è oggi. Io sono stato lì e vi posso assicurare che ci sono situazioni variegate”.
Ormai sono anni e anni che si parla dello stadio della Roma…
“Faccio l’esempio di un’altra opera, in questo caso tutta pubblica, che è il Ponte dei Congressi di Roma. Di quel Ponte di Congressi, che adesso partirà con l’Anas, che rivoluzionerà la zona dell’EUR e della Magliana che sarebbe stato molto funzionale al precedente progetto dello stadio, parte adesso e se ne parla da trent’anni, è un investimento da 300 milioni. Quindi è chiaro che quando noi parliamo di investimenti che superano il miliardo, noi dobbiamo capire se le cose si fermano, perché se le cose si fermano è chiaro che si rimette in dubbio; ma se le cose invece vanno avanti, pur con degli stop and go, con delle problematiche devono essere risolte, ma vanno avanti come stanno andando avanti, bisogna essere ottimisti. Forse viene sottovalutato che il fatto che lo stadio si faccia su un’area pubblica e non su terreni privati che nell’arco di una delibera passano da un valore X a un valore 10 volte tanto, 100 volte tanto, secondo me è un ulteriore elemento di rassicurazione rispetto a queste ipotetiche speculazioni di cui si parla. Noi siamo su un’area pubblica e se andate a vederla è un’area che ha strade, infrastrutture, addirittura la metro Quintiliani, e che è un deserto. Quindi dare una vocazione a quell’area è assolutamente logico e chi non lo riesce a capire o chi non lo vuole capire secondo me sta un pochino fuori dal mondo”.
Noi ogni anno chiediamo a un assessore se ci giocherebbe qualcosa sul fatto che lo stadio si farà o meno, perché vedendo i giornali si legge che è stato fatto questo, è stato fatto quello e poi di nuovo si ricomincia con scavi eccetera eccetera…
“A oggi le problematiche che evidentemente sono uscite fuori sono state tutte risolte. Per quello che posso dirvi, lo stadio si fa se la Roma decide di farlo. Quello che posso dire io è che il comune fa, sta facendo, farà e ha fatto di tutto per permettere alla Roma di realizzare lo stadio. Poi ovviamente l’investimento lo deve fare la Roma. A oggi ha sempre detto, e i lavori che si stanno facendo lo testimoniano, che è un progetto nel quale la società e la proprietà credono, quindi io penso che da parte loro ci sia la volontà di farlo. Da parte del Comune ci deve essere un lavoro costante e devo dire un lavoro di squadra enorme, c’è un lavoro veramente di squadra che stiamo facendo tutti per mettere la Roma nelle condizioni di realizzare finalmente questo sogno per tanti tifosi”.
Tempistiche per il progetto definitivo?
“Il progetto definitivo sostanzialmente si sta chiudendo. Nei tavoli tecnici sono state affrontate le tante tematiche, dal trasporto, alla mobilità, all’ambiente. Per poterlo consegnare devono essere conclusi gli scavi archeologici, che si concluderanno probabilmente dopo l’estate. A quel punto potrà essere confezionato l’intero pacchetto fa consegnare al comune di Roma. La Roma ci ha detto che sta completando la prima parte dei sondaggi, ora noi metteremo a disposizione le ulteriori aree, quindi poi potrà completare le ulteriori fasi di sondaggi, ovviamente dovrà verificare che non ci siano delle preesistenze archeologiche e poi dopo l’estate consegnerà questi esiti e il progetto definitivo. A quel punto noi andremo in Assemblea per confermare il progetto e poi si andrà in Regione Lazio per l’iter finale”.
Quando pensa che cominceranno i lavori per l’opera?
“Ho sempre detto che a questa domanda non posso rispondere, per due motivi. Uno, perché la gru la deve mettere la Roma, noi dobbiamo mettere la Roma nelle condizioni di poter mettere la gru. A oggi li abbiamo messi nelle condizioni di poter mettere l’escavatore, fare tutte le verifiche propedeutiche, accedere alle aree, eccetera eccetera. Ci sarà un percorso ancora lungo, con al conferenza dei servizi, la valutazione ambientale strategica, ma quello su cui siamo concentrati noi tutti i giorni è mettere nelle condizioni la Roma di poter mettere quella benedetta gru. Quando lo farà la Roma questo la dovete chiedere a loro. Ma io credo, da quello che ho capito, che, appena saranno concluse tutte le operazioni burocratiche, loro non vedono l’ora come noi che quella gru sia messa”.
Quali sono le opere di viabilità minime per poter dare il via libera?
“Lo stadio si baserà sul rafforzamento di tutti gli assi di mobilità pubblica e privata. Quindi avremo sicuramente una mobilità rafforzata sul piano infrastrutturale delle connessioni su ferro e quindi anche attraverso l’aggiornamento delle nostre strutture, della metro, quindi la possibilità di intensificare i treni che arrivano con la Metro B, sia a Quintiliani sia a Tiburtina. Poi avremo delle connessioni che saranno connessioni pedonali, quindi le connessioni che collegheranno il quadrante di Piazza Bologna sostanzialmente con lo stadio e la stazione Tiburtina, quindi i cosiddetti sovrappassi ciclopedonali della ferrovia. Poi avremo tutto il completamento delle opere dello SDO e quindi la nuova accessibilità al Pertini, sottopassi e sovrappassi, quindi un rafforzamento anche della mobilità su ferro, e poi avremo tutta la parte dei parcheggi”.
Il fatto che tanti personaggi che hanno seguito lo stadio in questi anni sono stati mandati via dalla Roma vi fa percepire instabilità?
“Noi abbiamo vissuto ovviamente anche dei cambi di interlocuzione però le nostre relazioni con la Roma sono rimaste stabili, i rapporti tra il Sindaco e la proprietà sono sempre rimasti stabili e anche molto coerenti dall’inizio alla fine. La proprietà ha sempre sottolineato la volontà di fare questo stadio e non ha mai cambiato i rapporti nei confronti del Comune”.
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