Etere giallorossa
ETERE GIALLOROSSA, Corsi: “Anjorin è un’ira di Dio, salta gli avversari con forza fisica. Se stesse bene…”

AS ROMA RADIO NEWS – Quello delle radio romane è un fenomeno che non ha eguali nel resto d’Italia. Una schiera di giornalisti, ex calciatori e opinionisti ad animare lo spettacolo. Questa è “Etere giallorossa”: buona lettura!
Mario Corsi (Teleradiostereo 92.7 – Te la do io Tokyo): “Pare che la Roma sia su Anjorin dell’Empoli. D’Aversa, l’ex allenatore dei toscani, ha detto delle cose a un mio amico: “Questo è un’ira di Dio, se comincia a giocare con continuità vola”. Per questo ho cominciato a seguirlo all’Empoli, ma vedevo che non giocava quasi mai perchè stava male. Però le partite che l’ho visto giocare, se ne andava via agli avversari con forza fisica e piede”.
Lorenzo Pes (Teleradiostereo 92.7): “L’addio di Ghisolfi è stato consensuale: più lato ds che Roma è emerso un disagio di una situazione complicata perchè c’era la percezione forte di non avere un ruolo così determinante. La presenza di Ranieri, decisiva nella scelta dell’allenatore e nel contratto di Svilar, ha fatto capire a Ghisolfi di non essere centrale nella Roma. L’offerta del Sunderland e le frizioni degli ultimi giorni hanno portato il francese a voler andare via, trovando a Trigoria un’apertura al suo addio. Massara, più scout che vero e proprio ds, è sembrato subito più adatto a lavorare con Ranieri e Gasperini”.
Sandro Sabatini (Radio Manà Manà Sport 90.9): “Vendere Ndicka per salvare il bilancio al 30 giugno? Spero che si possa puntare a qualche cessione meno impegnativa. Ndicka è uno di quelli che ha più mercato, non solo come prezzi ma come richieste. Spero per la Roma che trovi una sistemazione a uno tra Abraham e Dovbyk, I numeri di Abraham nel Milan sono decenti. A me sembrano due ottime alternative, ma non mi sembrano due titolari. Magari Gasperini sta pensando di giocare con Dybala come centravanti”.
Stefano Carina (Radio Radio Mattino 104.5): “I Friedkin hanno smesso di affidarsi agli algoritmi, adesso ci sono tre uomini di calcio come Gasperini, Massara e Ranieri. La Roma, per la prima volta nell’era Friedkin, si è data una struttura logica. Io penso che il club si sia mosso bene a livello dirigenziale. Interesse del Real Madrid per N’Dicka? No, più che altro è la Roma che spinge affinché il Real Madrid si interessi. La Roma, entro il 30 giugno, deve fare plusvalenze di 10 milioni. Il banco della Roma è saltato, e così anche Ghisolfi, dopo il mancato trasferimento di Angelino all’Al Hilal. E ora ti ritrovi a una settimana dal termine a essere costretto a vagliare qualsiasi proposta”.
Roberto Pruzzo (Radio Radio Mattino 104.5): “Adesso bisognerebbe abbassare il monte stipendi e aumentare la qualità dei giocatori, le basi sono solidissime e non si dovrebbero più fare determinati errori. Prima di fare altri ragionamenti, cercherei di togliermi degli ingaggi assurdi e provare a mettermi dentro dei ragazzi giovani in grado di alzare il livello. Non è facile, ma si tratta dell’unica strada”.
Nando Orsi (Radio Radio Mattino 104.5): “Non è possibile cambiare tre allenatori in un anno per una squadra come la Roma. La gestione dei Friedkin è stata disastrosa, come quella degli acquisti. Il rinnovo da 4,5 milioni per Svilar mi sembra tanto perché se non ti rendono alla fine pesano. È la gestione che deve essere cambiata”.
Gabriele Conflitti (Radio Manà Manà Sport 90.9): “Vero che Ghisolfi e Pinto non hanno lasciato segni tangibili alla Roma, ma metterli sullo stesso piano è un po’ una forzatura. Innanzitutto, Tiago Pinto è stato il direttore di un trofeo vinto e una finale di Europa League persa ai rigori. E comunque ti ha lasciato con Svilar, N’Dicka e Angelino. I calciatori che ti lascia Ghisolfi sui quali poter fare una futura plusvalenza non sono tantissimi. E se dovesse andare bene al Sunderland, non cominciano con le rivalutazioni su Ghisolfi”.
Marco Valerio Rossomando (Radio Manà Manà Sport): “Questa Roma è molto alla Ranieri, “ranierana”. Ciò che sta facendo la Roma, con gli arrivi di Gasperini e Massara, è praticamente quello che Ranieri ha sempre fatto nel mondo del calcio: portare semplicità”.
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