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Rassegna stampa

Napoli, da Insigne a Osimhen: l’orchestra Spalletti suona per lo scudetto

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ULTIME NOTIZIE AS ROMA NAPOLI – La prima vittoria europea del Napoli in versione Spalletti ha aumentato la convinzione del gruppo azzurro sulle proprie potenzialità. Non che gli otto successi di fila in campionato fossero pochi per l’autostima della squadra. Ma contro il Legia Varsavia il tecnico ha cambiato sette uomini dalla formazione base e alla fine il risultato è arrivato comunque, scrive La Gazzetta dello Sport.

Certo, qualcuno può obiettare che alla fine è dovuto entrare SuperOsimhen per risolverla. Vero fino a un certo punto, visto che il gol decisivo è di Capitan Insigne, ma il dato di fatto è che il Napoli è stato sempre in controllo pieno della gara.

Il gol è tardato ad arrivare ma per esempio non ci sono state sbavature difensive nonostante 3 uomini nuovi sui 5 del reparto. Significa che tutto il gruppo sta crescendo e questo spiega meglio perché Spalletti non vuole si parli di turnover, ma sottolinea che questo è sempre il Napoli. E soprattutto che i titolari in campo sono diventati sedici.

Fin dal primo giorno in cui ha messo piede a Napoli, Spalletti ha sempre parlato bene della rosa, dicendosi disposto a “incatenarsi” pur di non far partire nessuno nella sessione estiva di mercato. E così è stato. Poi quelle parole le ha messe in pratica, allenamento dopo allenamento, dando a tutti la possibilità di dimostrare qualcosa.

E in effetti anche chi ha giocato di meno poi in campo ha sempre dato il massimo da un punto di vista mentale. Poi è logico, per esempio, che Juan Jesus che non giocava 90 minuti da quasi due anni, abbia incontrato qualche difficoltà. Ma la concentrazione del brasiliano è stata massima e il gruppo azzurro lo ha aiutato nei momenti di difficoltà. Tutti segnali importanti che dimostrano la crescita e la voglia di sostenersi in campo e fuori, senza cercare alibi. Perché non c’è dubbio, per esempio, che da anni il Napoli ha un “buco” nel ruolo di terzino sinistro, ma Spalletti non si è mai lamentato per questo, cercando soluzioni e coinvolgendo tutti i suoi giocatori: già 23 utilizzati, mancano solo il terzo portiere e Ghoulam, per l’appunto, appena recuperato.

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Con la crescita del gruppo, aumentano anche le alternative di uomini e di soluzioni tattiche da adottare. Proprio contro il Legia Spalletti si è permesso di variare 4 sistemi di gioco, senza che i suoi uomini in campo perdessero mai la bussola e soprattutto il pallino del gioco. Si è passati dal 4-3-3 al 4-2-3-1 e dal 3-4-1-2 al 4-2-3-1. Il tutto quasi con naturalezza e con un crescendo di pressione sulla difesa avversaria che ha portato tre gol nell’ultimo quarto d’ora.

La prestazione convincente contro i polacchi fa sì che oggi si possano ritenere completamente recuperati alla causa giocatori importanti come Diego Demme e Dries Mertens, che hanno caratteristiche particolari e che al tempo stesso diventeranno fondamentali a gennaio quando la Coppa d’Africa porterà via da Napoli per circa un mese Osimhen, Anguissa, Koulibaly e probabilmente anche Ounas.

Ecco dunque che domani contro la Roma a parte Manolas – l’ex giallorosso ha un problema muscolare al gluteo – Spalletti recupera Zielinski e dunque potrà decidere il sistema di gioco con il quale partire in base alla strategia che vorrà adottare contro i giallorossi.

È logico poi che tutto sembra diventare più semplice quando lì davanti riesci a far crescere una macchina da gol come è diventato Victor Osimhen (9 reti tra Serie A ed Europa League) o se riesci a far separare dalla mente di Insigne il suo rendimento orgoglioso in campo con i problemi sul rinnovo di contratto. Ma semplice non era perché Napoli veniva da una chiusura-choc della stagione scorsa, fra mille polemiche e dietrologie. Sembra incredibile ma domani all’Olimpico il maestro Spalletti potrà intonare la nona sinfonia consecutiva.

FOTO: Credit by Depositphotos.com

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