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Rassegna stampa

La Roma si batte ma le manca l’acuto. Col Betis arriva pure la beffa

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AS ROMA NEWS BETIS EUROPA LEAGUE – A volte il destino: esce Fekir, tra i più quotati del Betis, ed entra Luiz Henrique, che befferà la Roma a pochi minuti dalla fine. E’ una sconfitta amara per la Roma, la classica occasione persa: il primo posto si allontana quasi del tutto (gli spagnoli volano a 9 e hanno lo scontro con i giallorossi in casa). Il secondo resta in ballo, ma si sa, ti condanna al play-off con le cadute dalla Champions, scrive Il Messaggero.

La Roma è terza, dietro il Ludogorets. Sono queste le conseguenze della sconfitta. Il Betis gioca meglio, specie nel primo tempo e la squadra di Mou non sfrutta il vantaggio cadutole dal cielo (Dybala su rigore), palesando i soliti problemi sotto porta. Rodriguez rimette a posto la questione subito e il finale è storia. La Roma ora è costretta a rincorrere. Fa festa l’ing. Manuel Pellegrini, unico a battere Mou con quattro squadre diverse: Malaga, City, West Ham e Betis. Tra sette giorni la rivincita, ma la vera avversaria della Roma, a questo punto, diventa il Ludogorets.

Cambiano subito i piani dello Special, in due minuti scarsi: a Celik salta il ginocchio (scontro fortuito con Mancini, non ci sono sensazioni positive riferisce José) e deve uscire, entra Spinazzola, che invece doveva riposare, Zalewski finisce sulla corsia di destra. La partita è intensa, il Betis fa sul serio e propone un buon calcio, non a caso in Liga è a ridosso delle big. Canales impegna Rui Patricio, Fekir colpisce il palo (poco dopo uscirà per l’ennesimo infortunio).

Brividi, gli spagnoli corrono di più e il possesso ad alta velocità crea non pochi disturbi alla squadra di Mourinho. Le ripartenze della Roma ci sono, spesso vanificate dall’arbitro, lo sloveno Jug, un po’ troppo permissivo sui falli di Pezzella (su Zaniolo) e di Luiz Felipe (su Ibanez). Il pasticcio è quasi completato, poiché al direttore di gara sfugge un fallo di mano in area di Ruibal su azione da calcio d’angolo: ci pensa il Var a suggerire di concedere il calcio di rigore e a Dybala il compito di trasformarlo. Per lui sesto gol stagionale, secondo in Europa League e quarto aeroplanino di fila, non gli accadeva dal 2020.

L’episodio, però, non dà la svolta che la Roma cerca. Il Betis non si scompone e continua a produrre gioco: Luiz Henrique, subentrato a Fekir, diventa a sorpresa l’uomo in più, e Ibanez ne sa qualcosa. Prima sfiora il pari e poi scarica il pallone giusto per Rodriguez che, dai venti metri, buca Rui Patricio e nel finale, come detto, ci penserà lui a timbrare il cartellino, sovrastando Spinazzola, con massima sorpresa per il portiere.

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Il giro palla orchestrato in mezzo al campo, dove Cristante e Matic sono solo costretti a un lavoro di interdizione, dal grande vecchio Joaquin, funziona e la Roma cerca di far salire il ritmo per non essere schiacciata. La traversa di Zaniolo grida vendetta: un’occasione de genere, tiro a botta sicura ad un metro dalla porta, si poteva sfruttare meglio (così come Cristante che, a inizio ripresa, spara addosso al portiere mancando il nuovo vantaggio).

Il primo tempo si chiude con la botta di Dybala, stoppata in volo da Bravo. E Abraham? Qualche sponda come si deve, ma da lui Mou pretende molto di più. Dai piedi di Zalewski e di Dybala parte qualche scintilla, ma nessuno si accende. Manca l’acuto. Però la Roma sale di qualche metro, si fa schiacciare meno. Interpreta la partita con maggiore personalità, ma il problema del gol resta.

Abraham esce sconsolato, anche stavolta una prestazione non all’altezza, Zaniolo sbatte contro un muro e si fa pure espellere sciaguratamente al 93′ per fallo di reazione a palla lontana, a Siviglia non ci sarà. Mou gioca la carte Belotti (per Tammy) e Camara (per Cristante). Si rivede anche El Shaaarawy (per Dybala) ma non arriva il gol che serviva. Anzi, ecco la rete di quel Luiz Henrique lì – a due dalla fine – che quasi taglia fuori la Roma dalla corsa per il primo posto nel girone. Sarà dura, davvero ora.

FOTO: Credit by Depositphotos.com

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