AS ROMA NEWS GHISOLFI DIRETTORE SPORTIVO – A Trigoria non c’è pace neppure il giorno in cui Gian Piero Gasperini si presenta ufficialmente alla stampa. Alle prime luci dell’alba, la notizia della risoluzione consensuale con Florent Ghisolfi – l’uomo scelto appena un anno fa per guidare il mercato – e con l’avvocato Lorenzo Vitali, factotum dell’amministrazione giallorossa, ha acceso altre spie di emergenza sul ponte di comando dei Friedkin. Il dietro-front del direttore sportivo francese, consumatosi nel silenzio di un accordo lampo, arriva in un momento cruciale: entro il 30 giugno la società deve rientrare nei paletti del Settlement Agreement UEFA e, con il mercato estivo già formalmente aperto, non può permettersi vuoti di potere, riporta Il Messaggero.
Dietro la rottura con Ghisolfi c’è l’irritazione della proprietà per una serie di dossier rimasti incompiuti. La mancata cessione di Angeliño all’Al-Hilal – operazione congelata nella finestra dedicata al Mondiale per Club e ora tutta da ricostruire – ha privato le casse romaniste di un tesoretto vitale. A questo si somma la gestione giudicata farraginosa del rinnovo di Mile Svilar e rapporti tutt’altro che fluidi con alcuni agenti di riferimento. Il risultato è stato un licenziamento di fatto alla vigilia della conferenza di Gasperini, lasciando l’allenatore piemontese sorpreso e imbarazzato proprio mentre disegnava il suo progetto davanti ai giornalisti.
Per l’area amministrativa la toppa è già stata cucita: Jason Morrow, texano di fiducia dei Friedkin arrivato un mese fa con il ruolo di CFO, ha assorbito anche la carica di Chief Administrative Officer lasciata da Vitali. Sul fronte sportivo, invece, serve un nome subito. Dan e Ryan Friedkin, che hanno deciso in prima persona il ribaltone in panchina, faranno lo stesso per il direttore sportivo, ma ascolteranno con attenzione i suggerimenti di Claudio Ranieri, ormai vero e proprio direttore generale ombra. Niente più soluzioni “algoritmiche” alla Retexo, né profili accentratóri: l’identikit è un manager low-profile, italiano – o comunque profondo conoscitore della Serie A – capace di muoversi con discrezione e rapidità.
La rosa dei candidati è già ristretta. Frederic Massara è la prima scelta: reduce dall’addio al Rennes, piace per la capacità di lavorare nell’ombra e scoprire talenti, anche se il passato nella Roma di Pallotta potrebbe frenare i Friedkin, finora riluttanti a richiamare volti dell’era precedente. Restano calde le piste che portano a Nicolas Burdisso e Daniele Pradè, mentre spunta a sorpresa la candidatura interna di Federico Balzaretti, presente in prima fila alla conferenza di Gasperini e già operativo nell’area scouting su indicazione di Ranieri. Sarebbe una soluzione di transizione, ma in questo momento è lui il ds ad interim.
Il tempo, però, non è amico. Il club deve chiudere qualche cessione entro fine mese e finanziare i rinforzi chiesti da Gasperini sulle corsie esterne, in difesa e in attacco. Senza un direttore sportivo titolare, ogni giorno che passa pesa come un macigno. Per questo a Trigoria ci si aspetta una decisione nelle prossime 48 ore: la nuova Roma non può permettersi altri rallentamenti, e la proprietà lo sa bene.
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