Josè Mourinho, Tammy Abraham

ULTIME NOTIZIE AS ROMA SASSUOLO MOURINHO – Una corsa sotto la curva degna del miglior Carlo Mazzone, che festeggiò sotto la Sud, nel ‘94, un derby vinto per 3-0 contro la Lazio di Zeman. O anche di se stesso quando dalla panchina dell’Inter fece una corsa simile dopo una vittoria complicata col Siena nell’anno del «triplete», scrive il Corriere della Sera.

Ha esultato così, Josè Mourinho, percorrendo 80 metri di campo per raggiungere i suoi calciatori sotto la curva, quando in pieno recupero la Roma ha vinto contro il Sassuolo una partita che ha rischiato di pareggiare ma che avrebbe anche potuto perdere se Rui Patricio non ci avesse messo un paio di pezze con delle parate decisive e se il Var non avesse dato una mano in occasione dei gol annullati a Berardi nel primo tempo e a Scamacca negli ultimi secondi.

È stata una vittoria per cuori forti, i 29 mila che ieri sera erano all’Olimpico, che ha mantenuto la Roma in testa alla classifica a punteggio pieno insieme al Milan e al Napoli dopo tre giornate.

Lo Special One, che ha sorpreso tutti mandando in campo tutti i calciatori rientrati con qualche problema fisico dalle nazionali compreso Vina che era tornato solo sabato mattina dal Sudamerica, ha onorato nel migliore dei modi la sua millesima panchina in carriera: la sua gioia e la sua esultanza esagerata a fine match danno la misura del clima che è riuscito a creare il portoghese, e del salto di qualità fatto a livello mentale da una squadra che, anche se in evidente difficoltà fisica, non ha mollato mai fino all’ultimo secondo, ed è stata premiata dal gol del subentrato El Shaarawy dopo quello di Bryan Cristante nel primo tempo.

Mourinho a fine partita non può non essere soddisfatto. «Durante la settimana – le parole del portoghese – ho mentito anche a me stesso nel dire che non era una partita speciale per me, e invece ci tenevo tantissimo e la ricorderò fino all’ultimo giorno della mia vita. Non volevo perdere, non volevo questo ricordo negativo: ho mentito a tutti, ed è stata una sensazione incredibile. Poteva finire 6-6, Rui Patricio, che è il nostro portiere, ha compiuto due o tre parate incredibili e noi abbiamo sbagliato un paio di gol a porta vuota: potevamo vincere o perdere, per un tifoso neutrale è stata una partita straordinaria, immaginate per uno come me. Se loro avessero vinto lo avrebbero meritato, ma anche noi lo abbiamo meritato. La mia è stata la corsa di un bambino, ho chiesto scusa a Dionisi perché hanno fatto una partita fantastica».

Per la prima volta in carriera ha vinto le prime cinque partite iniziali della stagione all’esordio in un nuovo club. «Non lo sapevo, di solito sono numeri che non cerco. Sono contento per i tre punti e per la mentalità. Sapevo che sarebbe stato complicato, e sono tre punti davvero importanti e difficili da conquistare. L’ingresso di Reynolds? Se avessi avuto in panchina Ibanez avrei messo lui ma non c’era, credo che la differenza con altre squadre sia proprio questa. Basta guardare i cambi fatti da SImone Inzaghi contro la Sampdoria…».

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