Eusebio Di Francesco

(Il Messaggero – S. Carina) Con la Juventus sullo sfondo («Giocheranno Dzeko, Alisson, Florenzi, Kolarov, De Rossi, El Shaarawy e due tra Jesus, Strootman e Under»), sembra quasi di assistere al remake della conferenza stampa pre-Chievo: poche domande sul match odierno e pensiero già al domani. Che se all’epoca voleva dire Liverpool, oggi si chiama futuro. Per carità, Di Francesco ce la mette tutta per tenere alta l’attenzione («L’obiettivo è fare sei punti nelle ultime due giornate per chiudere il campionato alla grande»; «L’Olimpico deve tornare ad essere un fortino già contro la Juve»; «È prematuro parlare di mercato») ma gli spunti più interessanti, inevitabilmente, arrivano su altro. La road map di Eusebio per allestire una Roma competitiva per vincere, parte dalla rosa attuale e da un parallelo proprio con gli avversari di questa sera: «Dobbiamo lavorare tanto, cercare di dare continuità ad un certo tipo di squadra, di mentalità, di idea. La Juventus ha vinto tantissimo, non solo con Allegri, ma anche per una mentalità interna, hanno l’abitudine a vincere. La Roma questi anni è arrivata sempre seconda o terza, è stata sempre un pochino dietro. Il gap c’è sempre stato, non è che arrivo oggi io e riesco a trovare la medicina giusta per risolvere questo problema. Sicuramente dobbiamo migliorare sotto tanti punti di vista e dobbiamo rinforzarci dove siamo un pochino deficitari o dove possiamo fare qualcosina in più. Un passo in avanti l’abbiamo fatto, proprio come fa la Juventus, cercando di trattare anche le partite meno importanti allo stesso modo». Tradotto: 1) Serve dare continuità al progetto tecnico senza partenze illustri 2) Bisogna effettuare un mercato mirato e rinforzarsi con calciatori ad hoc.

MAI BANALE – Ascoltarlo non è mai banale. E così, quando gli chiedono se la società gli ha rimarcato l’importanza di arrivare terzi, Di Francesco replica: «L’obiettivo primario della Roma è arrivare in Champions League. Poi per prestigio e mentalità è giusto ambire di chiudere al terzo posto». Una sottolineatura che non passa inosservata e che conferma l’obiettivo iniziale datogli la scorsa estate dal club, al netto dei proclami di scudetto sventolati poi a cavallo tra Natale e Capodanno. L’ultima perla, la regala – pur non nominandolo mai – a Spalletti che venerdì, alla vigilia di Inter-Sassuolo, si era presentato in conferenza stampa facendo i conti dei punti che l’Inter attuale aveva recuperato rispetto alle rivali in questa stagione: «Il problema di fondo è sempre quello, nel parlare a posteriori tutti fanno dei discorsi che vanno un po’ al di fuori di quello che è realmente. L’obiettivo per noi è fare 6 punti nelle prossime due gare e chiudere il campionato alla grande. Poi così si potrà scrivere -11, -10, -9, -8 e quei numeri che secondo me lasciano un po’ il tempo che trovano. Conta solo chi vince, non la differenza di punti». Lo ribadisce dall’alto di una semifinale di Champions che da queste parti non si vedeva addirittura da 34 anni. Nonostante il deciso passo in avanti, Di Francesco è il primo a sapere che manca ancora uno step per vincere. Quello decisivo.



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