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Non mi arrendo

“Non mi arrendo”: la cronistoria e l’analisi dello cyberstalking contro Marco Violi che dura dal 2018

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ULTIME NOTIZIE CYBERSTALKING MARCO VIOLI – Questi articoli in serie non nascono per caso. Non è frutto di fantasia né di teorie astratte. È il racconto di una vita reale, la mia, stravolta dall’odio online e dal cyberbullismo. Mi chiamo Marco Violi e sono il direttore di Romagiallorossa.it. Dal 2018 vivo sotto attacco continuo da parte di chi ha scelto come missione distruggere la mia reputazione, il mio lavoro e la serenità della mia famiglia. Non si sono limitati a diffamarmi sui social: hanno organizzato campagne di odio, creato account falsi, inventato menzogne, diffuso fake news infamanti. Hanno perfino tentato di oltrepassare il confine del virtuale, con appostamenti sotto la mia abitazione e violazioni della mia proprietà privata, rendendo la mia vita e quella dei miei cari un incubo quotidiano. Dietro a tutto questo ci sono account ben precisi, come Moussolinho e LogikSEO, che da anni orchestrano un vero e proprio stalkeraggio mediatico e personale. Non si sono fermati davanti a nulla: hanno colpito mia sorella Maria Paola e mia madre, nel tentativo vile di farmi crollare attraverso chi amo di più. Nel luglio 2024 hanno provato a cancellarmi con una fake news mostruosa, che mi accusava di aver attentato alla vita di Donald Trump. Un’accusa folle, costruita ad arte, che mi ha travolto e che ha rischiato di segnare per sempre la mia vita. Non scrivo queste pagine per cercare compassione, ma per dare voce a chi subisce la stessa violenza invisibile ogni giorno. Perché l’odio online non è un gioco, non è “solo internet”. È un’arma che ferisce, che isola, che distrugge. E può arrivare a uccidere. Con questo libro voglio rompere il silenzio e denunciare a gran voce che la società e le istituzioni non possono più voltarsi dall’altra parte. Voglio offrire strumenti, testimonianze e speranza a chi, come me, ha conosciuto il lato più oscuro del web. Non mi arrenderò mai. Perché la verità e la giustizia valgono più della paura. E perché nessuno deve sentirsi solo in questa battaglia.

Introduzione

Ci sono battaglie che nessuno vorrebbe combattere. Eppure, quando sei costretto a difendere la tua dignità, la tua famiglia e il tuo lavoro, non hai scelta: o ti arrendi, o resisti. Io ho scelto di resistere. Sono Marco Violi, direttore di Romagiallorossa.it, una testata giornalistica indipendente che da anni racconta la passione giallorossa. Credevo che il mio impegno si sarebbe limitato al calcio e al giornalismo sportivo, ma dal 2018 la mia vita è cambiata. Ho dovuto affrontare una delle sfide più dure: sopravvivere a un attacco organizzato di odio online e cyberbullismo che non ha risparmiato nulla e nessuno. Tutto è iniziato con insulti e provocazioni sui social, apparentemente innocui. Poi sono arrivate le campagne di diffamazione portate avanti da account che si nascondevano dietro pseudonimi, in particolare Moussolinho e LogikSEO. Non contenti di screditarmi professionalmente, hanno cercato di invadere la mia vita privata con appostamenti sotto casa, minacce e violazioni della proprietà privata. E quando nemmeno questo è bastato, hanno scelto di colpire la mia famiglia: mia sorella Maria Paola e mia madre, due persone che non hanno colpe se non quella di starmi accanto. La ferita più profonda, però, è arrivata il 14 luglio 2024, quando una fake news costruita ad arte mi ha accusato, falsamente, di un attentato a Donald Trump. Una menzogna mostruosa che ha fatto il giro del mondo, travolgendo la mia reputazione e mettendo in pericolo la mia stessa sicurezza. In quel momento ho capito che non si trattava più solo di odio online, ma di una vera e propria macchina della distruzione personale. Questi articoli in serie nascono da lì: dal bisogno di raccontare cosa significa vivere ogni giorno sotto assedio. Non è solo la mia storia: è la storia di chiunque, in Italia e nel mondo, si trovi vittima di odio, diffamazione e cyberbullismo. Voglio spiegare cosa accade quando l’odio virtuale diventa reale, quali conseguenze porta nella vita quotidiana, e soprattutto quali strumenti abbiamo — legali, psicologici e umani — per reagire. Perché l’odio online non è un fenomeno passeggero né un problema che riguarda “solo i social”: è un’emergenza sociale, che colpisce giornalisti, studenti, lavoratori, e chiunque abbia il coraggio di esporsi. Attraverso queste pagine, vi porterò dentro la mia esperienza, senza filtri. Vi racconterò come ho resistito, cosa ho imparato, e quali sono le strade per non cedere alla paura. Non sarà un viaggio facile, ma necessario. Perché se non denunciamo, se non parliamo, se non alziamo la voce, gli odiatori vincono. E io, insieme a chiunque crede nella giustizia e nella libertà, non ho alcuna intenzione di permetterglielo.



FOTO: Credits by Shutterstock.com

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