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Buonfiglio: “Dobbiamo ridare senso di appartenenza al Coni, atleti al centro del modello’

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(Adnkronos) – Le elezioni per la presidenza del Coni si avvicinano, il 26 giugno è ormai alle porte, con otto candidati in corsa. Luciano Buonfiglio, presidente della Federazione Canoa Kayak è pronto per la sfida finale. Obbiettivo è ridare senso di appartenenza e mettere gli atleti al centro del nuovo modello di governance, come ha spiegato in una intervista all'Adnkronos.  Presidente si avvicina la sfida per la presidenza del Coni del 26 giugno. "Abbiamo inviato il programma a tutti gli elettori, ma questo programma non è il mio, è di tutti, perché ho coinvolto tutte le componenti del Consiglio Nazionale che rappresentano il mondo sportivo italiano, 15 milioni di persone, migliaia di società sportive, di organismi come gli enti di promozione, come le discipline associate, come i Coni territoriali. Con ognuno di questi ho interloquito e mi hanno dato la loro visione e le loro preoccupazioni per quelle cose che devono essere affrontate nel migliore dei modi, con particolare attenzione alle atlete e ai tecnici, visto che ne perdiamo tantissimi, ma gli atleti e i tecnici sono un patrimonio". Quindi gli atleti al centro del nuovo modello di governance? "Si, al centro di questo nuovo modello di governance ci saranno gli atleti. La tutela e la valorizzazione degli atleti di alto livello, in attività e non, seguirà un approccio sempre più sinergico e condiviso con il settore della preparazione olimpica del Coni. Gli atleti hanno investito del loro tempo. Le società, gli enti di promozione, le discipline associate, le federazioni, i club, i gruppi sportivi militari, tutti hanno investito sugli atleti, ma poi una volta finito di fare gli atleti li perdiamo. Noi dobbiamo fare di tutto per farli rimanere".  Cosa pensa sia fondamentale per il nuovo Coni?  "Noi dobbiamo ridare il senso di appartenenza e lo possiamo fare mettendo in evidenza gli argomenti su cui il Consiglio Nazionale può fare in modo che ci sia un'evoluzione: l'alto livello, la preparazione olimpica, la formazione e l'aggiornamento tecnico, l'impiantistica, l'accessibilità, l'innovazione, l'inclusione sociale, la programmazione finanziaria e la governance, marketing e comunicazione, giustizia sportiva, che è richiesta a gran voce, l'attenzione al territorio con l'impiantistica e la sostenibilità di cui non possiamo fare a meno. Per fare queste cose in maniera organica proponiamo di fare una pianificazione strategica quadriennale che non è mai stata fatta, con il governo che ci deve dire quali sono le linee guida, e in collaborazione con Sport e Salute che è il braccio operativo del governo. Questa è la squadra e all'interno ci siamo noi che possiamo dare un valore aggiunto a tutte le iniziative del governo". Dopo l'esperienza di atleta olimpico, di uomo d'azienda e di presidente di federazione, come si definirebbe?  "Mi piace definirmi costruttore di certezze, perché quello che c'è in questo momento è confusione, indecisione. C'è un passaggio da una leadership molto forte, di 12 anni".  I tre punti principali del suo programma?  "Prima di tutto rendere consapevole e partecipativo il Consiglio Nazionale, principalmente dedicando tempo e spazio anche ai neopresidenti, perché entrano in un ambiente nuovo, con l'aiuto dei presidenti più esperti e delle federazioni più strutturate. Il secondo punto è la pianificazione strategica, perché nessuno ha la bacchetta magica, ma se vogliamo assumere credibilità noi dobbiamo essere chiari con il Governo su cosa vogliamo fare. In questo modo sicuramente acquisiremo credibilità e saremo sempre più coinvolti in qualsiasi operazione. Questi fattori fanno sì che con il coinvolgimento del Consiglio Nazionale, l'operatività attraverso i dipartimenti, in sintonia con la Giunta, e il piano strategico si mettano le priorità su tutte le iniziative. Allora credo che con la competenza, e ce n'è tanta nel Consiglio Nazionale, si riesca a far maturare di nuovo quel senso di appartenenza. Del resto l'industria dello sport è l'industria più sana e che sta rendendo più di tanti altri settori in termini di Pil. Ce ne stiamo rendendo conto con l'organizzazione degli eventi sportivi che danno un'immagine vincente al paese, che danno introiti e che fanno aumentare il numero dei tesserati. E quindi la pratica sportiva".  Quale sarà la squadra che dovrà aiutarla a mettere in pratica tutto questo? "Sicuramente c'è la squadra con la quale abbiamo scritto questo programma. Però per essere presidente del Coni devi essere disponibile a far sì che la tua squadra sia l'intero Consiglio nazionale, cercando di convincere anche quelli più ritrosi, perché la piena condivisione non esiste, ma un dialogo senza pregiudizi e costruttivo, invece, produce effetti positivi. Quindi mi farebbe piacere dire che la mia squadra è molto ampia, ma anche chi rimarrà fuori sarà coinvolto al massimo e in maniera più che gratificante. Questo processo decisionale io l'ho maturato nelle mie esperienze prima di tutto aziendali, poi l'ho applicato al mondo della mia federazione. Per fare questo deve esserci pari dignità per tutti quanti". Le Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina sono alle porte, gli impegni da affrontare dal 27 giugno sono tanti. "Non possiamo occuparci solo di medaglie, ma dobbiamo dare dei supporti, perché ogni disciplina associata, ogni ente di promozione, ogni federazione, si senta coinvolto nell'aumentare la base, nell'includere il più possibile la base. Noi abbiamo dedicato anche uno spazio agli immigrati, che possono essere criticità, ma possono essere anche opportunità. Quindi anche quel percorso deve essere affrontato. E allora, senza fare conflitti, ma cercando di suddividerci i compiti e costruire delle sinergie tra i soggetti che giocano, bisogna fare sì che questi obiettivi vengano conseguiti, ma dobbiamo mantenere il prestigio che ha il Coni che è stato un po' ridefinito, ma io ne sono un innamorato.  Quali progetti potrebbero essere riproposti? "Noi in questi giorni abbiamo concluso un percorso, un progetto fatto con Sport e Salute che si chiama 'Ripagaia'. Un'azienda che smaltisce e ricicla rifiuti di plastica, estrae dei polimeri non inquinanti, li dà ad un'azienda che costruisce canoe, e noi abbiamo distribuito mille canoe a 85 società sportive che hanno organizzato con 110 scuole attività per 4.800 bambini che vanno in canoa. Il progetto si chiama Ripagaia, quindi ricicla e pagaia. Così rcicli, fai cultura con i ragazzini e probabilmente con la scuola e con i genitori, utilizzi l'attività motoria per questi ragazzi e quindi è un bel progetto".  Che sfida sarà il 26 giugno, all'ultimo voto? "Io non smetterò mai di essere atleta nella testa. So qual è l'impegno, so qual è l'obiettivo, impegno tutto me stesso…poi ne riparleremo una volta tagliato il traguardo. Prima devo dedicarmi anima e corpo a quello in cui credo".  —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)



FOTO: Credits by Shutterstock.com

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