Luca Parnasi

(Milano Finanza – M. Montanari) Il progetto per il nuovo stadio della Roma è in fase avanzata di definizione. Così come tutta la parte relativa all’intervento per la realizzazione di attività commerciali e residenziali nell’area di Tor di Valle, nei pressi della Capitale. Un intervento strutturale del valore complessivo di 1,7 miliardi di euro, che si estende su una superficie complessiva di 1,1 milioni di metri quadri di terreno e che ha nell’impianto sportivo del club giallorosso il fulcro dell’intero cantiere. E se la realizzazione dello stadio sarà gestita in prima persona dal patron della squadra di calcio, James Pallotta,affiancato da un pool di investitori americani (in sostanza alcuni dei soci della sua holding che controlla la Roma e le altre attività Oltreoceano) oltre all’ azienda Aecom, per le attività commerciali e direzionali la corsa all’aggiudicazione del lotto e dei lavori è appena partita.

Il business park, l’insediamento più rilevante anche per il costo stimato, che si aggira sui 6-800 milioni, più del doppio del costo dello stadio (300 milioni), è già nel mirino di potenziali nuovi investitori e sviluppatori. Perché, secondo quanto appreso da fonti del settore immobiliare da MF-Milano Finanza, Luca Parnasi, promotore assieme a Pallotta dell’intero intervento, sta già sondando alcuni soggetti potenzialmente interessati allo sviluppo dell’area. E tra questi i primi contatti sono stati presi con Dea Capital Real Estate, ovvero la nuova Idea Fimit, il principale operatore del real estate in Italia (44 fondi attivi e oltre 10 miliardi di masse in gestione), per capire se vi siano possibilità di definire un progetto comune di sviluppo. Al momento si tratta di un approccio embrionale tra le due parti per il cantiere che si svilupperà su un’area di 200 mila metri quadrati e che prevede la realizzazione di edifici destinati all’attività direzionale. Ovviamente, il ruolo di Dea Capital Re sarebbe quello di creatore e gestore di un fondo immobiliare da creare ad hoc e in cui far confluire investitori italiani e internazionali che potrebbero essere chiamati in causa dalla stessa società del mattone del gruppo De Agostini. Uno dei nodi da risolvere sul tavolo delle parti in causa è la valutazione dell’impatto, sull’intero intervento di riqualificazione dell’area di Tor di Valle, degli oneri urbanistici, che dovrebbero aggirarsi sui 2-300 milioni.



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