Rassegna stampa
Roma, effetto Gasperini: rivoluzione tattica e rinascita dei talenti, sfatato il mito degli atleti senza fantasia

AS ROMA NEWS GASPERINI – È bastata una conferenza stampa di Gian Piero Gasperini per accendere le prime scintille nella tifoseria giallorossa. Sui social e nelle radio romane è scoppiata quella che potremmo definire una versione calcistica dello “Squid Game”: scommesse su chi resisterà alla cura Gasp e chi, invece, sarà spedito altrove dopo pochi giorni. L’ironia, come sempre, abbonda: “X? Massimo una settimana”, “Y? Non gli farà nemmeno mettere gli scarpini”, “Z? Già parla da solo per la disperazione”, riporta Il Messaggero.
Tutto nasce da quell’impatto diretto, chiaro e privo di fronzoli con cui Gasperini si è presentato. Ha fatto intendere subito che la Roma cambierà pelle, settlement agreement permettendo. Ma quando gli è stato chiesto se i suoi metodi di lavoro fossero duri, ha risposto con un sorriso disarmante: «Con me non è mai morto nessuno». Una frase che vale più di mille discorsi e che chiarisce il senso della sua filosofia: intensità, sì, ma anche intelligenza.
Il tecnico piemontese, che da anni viene dipinto come l’allenatore dei maratoneti, ha un grande compito da compiere: sfatare lo stereotipo secondo cui nel suo calcio non c’è spazio per i giocatori di qualità. Un luogo comune che accompagna ogni suo nuovo approdo, Roma compresa. Eppure, basta scorrere l’elenco dei talenti che ha esaltato per capire quanto sia errata questa lettura: da Ilicic a Gomez, da Lookman a De Keteleare, passando per Diego Perotti, trasformato psicologicamente e fisicamente a Genova, fino al caso recente di Retegui, passato da attaccante opaco a 25 gol stagionali.
Gasperini è uno specialista nel far rendere di più chi è dotato di tecnica sopra la media. Certo, chiede sacrificio, ma non rinuncia mai al talento. Lo plasma. Lo valorizza. Lo convince, se serve. Come fece con Perotti, che ha raccontato come il lavoro quotidiano con Gasp gli abbia cambiato la carriera: niente più infortuni frequenti, più fiducia, più continuità. Un percorso che potrebbe interessare più di un giocatore della Roma attuale.
Uno su tutti: Matias Soulé. Alla domanda su cosa si aspetti dall’argentino, Gasperini ha risposto senza girarci troppo intorno: «È un giocatore offensivo. Deve fare gol, fare assist e prendersi rigori». Una frase tanto semplice quanto illuminante. Perché nel calcio di Gasp non c’è spazio per gli alibi: contano i numeri, le responsabilità, l’efficacia.
Alla Roma, dove spesso si è preferito proteggere i talenti invece che metterli alla prova, è un cambio di paradigma radicale. Ma necessario. Perché l’ambizione di tornare tra le grandi non può più essere affidata al sentimentalismo o alla gestione soft. Servono identità, fatica e coraggio. Tre concetti che Gasperini ha portato con sé a Trigoria. E che, presto, diventeranno il nuovo mantra giallorosso.
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