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Rassegna stampa

L’uomo giusto per Mourinho. Scamacca giovane, potente e meno caro. Morata affidabile ma non goleador

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CALCIOMERCATO AS ROMA MORATA SCAMACCAMorata o Scamacca è un bell’interrogativo. ‘Ndo cojo cojo, per restare in tema giallorosso: si cade comunque bene, scrive La Gazzetta dello Sport. Un attaccante di movimento dalla tecnica superiore lo spagnolo. Un centravanti moderno che sa giocare da “falso” 9 (ma anche da “vero” uomo d’area) l’azzurro. Sia detto non democristianamente: starebbero benissimo assieme.

Il 9 del West Ham sa muoversi lungo l’asse centrale fino all’area, un po’ Dzeko un po’ Ibra, e Morata a infilarsi in dribbling veloce da sinistra, come nel suo anno migliore alla Juve, da seconda punta “nascosta”. Ma non si può: bisogna scegliere.

A Mou serve un 9 che faccia da riferimento offensivo per Dybala e Pellegrini (o Aouar). Preferisce Morata, si sa. Vuole certezze. Avendo però in squadra due trequartisti — d’attacco l’argentino, più arretrati l’italiano e il francese — Scamacca, più centravanti, sarebbe la soluzione migliore. Con Morata mancherebbe un vero e proprio terminale offensivo, visto che lo spagnolo ama agire per linee esterne e, in area, predilige il fioretto e lo scambio elegante e veloce. Ma quella tecnico-tattica non è l’unica unità di misura. E poi il sistema non è un problema per nessuno dei due.

Morata splendeva nel 3-5-2 di Allegri con Tevez al fianco: l’argentino partiva dal centro, lui andava da sinistra in diagonale verso la porta, dribblando in velocità. Nessuno dei due vero centravanti, quindi tutti e due (a turno). Scamacca è diverso. Per Mancini era perfetto al centro del tridente azzurro. Nel Sassuolo era il 9 del 4-2-3-1, con Berardi a destra e Raspadori dietro. Nell’Under 21 componeva, sempre con Raspadori, la coppia d’attacco del 3-5-2: in fondo quello che in mente Mou, con Dybala seconda punta.

Da Charles-Sivori a Lukaku-Lautaro, il gigante e quello veloce e tecnico: sembra una combinazione ideale. Scamacca non è Lukaku, il riferimento è Dzeko: a dispetto di un fisico imponente (1.95), l’azzurro ha infatti movimenti eleganti, ama partire da dietro e scambiare in palleggio, anche di prima, sulla trequarti. A volte esagera, cercando la mossa più difficile, ma ha visione e tocchi non comuni. Non aspetta in area, ma quando entra la sua stazza si sente, eccome. Quando salta, ha l’apertura alare di Batman. Di testa le prende tutte.

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Quella di Morata con Tevez resta la versione migliore. L’ex juventino può giocare anche in un tridente: al centro o preferibilmente a sinistra. Però non è mai stato un “ammazzasette”: la stagione con più gol risale al Real Madrid 2016-17, quando ne realizzò 15 da riserva di Bale-Benzema-Ronaldo. Ma in quella squadra avrebbero segnato tutti, su. In Italia non ha mai superato quota 11. Non risolve il problema del gol, ma aiuta a far segnare. Nell’ultimo campionato bianconero, ’21-22, è stato straordinario da assist-man.

Neanche Scamacca, fin qui almeno, ha infilato gol a raffica, ma è più giovane di sei anni. E comunque — prima della nebbia londinese con il West Ham — era arrivato a quota 16 con Dionisi. In Premier la sua media è crollata: 3 centri in 16 gare, difficoltà di ambientamento, l’infortunio. Se non ha voglia di riscatto lui…

L’età non è un particolare indifferente. Morata a ottobre sarà uno splendido trentunenne, Scamacca a gennaio si troverà nel pieno della carriera a venticinque anni. È stato nelle giovanili della Roma. E a Roma, la sua città, volerebbe a occhi chiusi. Un particolare potrebbe sconsigliare il ritorno a casa: la situazione familiare un po’ ingombrante. Scamacca, figlio del popolo, è stato bravo a tenere distanti i problemi.

Morata, faccia da genero ideale, non ha controindicazioni ed è italiano “dentro” grazie alla moglie: sente Torino come seconda città, ma Dybala è un amico fraterno e l’intesa personale sarebbe ineguagliabile. Morata presenta zero rischi caratteriali: lavora per la squadra e non ha mai fatto problemi per una panchina in più. Sa soffrire in silenzio, è realizzato. Scamacca è in cerca di affermazione.

Con Morata sai esattamente cosa prendi: non un attaccante da venti gol, ma uno che si integra perfettamente, fa gruppo, da sinistra può creare mille situazioni e lascerebbe un po’ di vuoto al centro da riempire con le entrate di Dybala, mezzali ed esterni. In qualche modo farebbe rivedere — meno potente, più elegante — le ripartenze di Abraham. Scamacca ha più incognite: se ripete la stagione nel Sassuolo, diventa uno da zona altissima della classifica cannonieri e può far segnare tanto anche Dybala. Se ritornano i fantasmi del West Ham, è un’altra storia.

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Mou non è l’ultimo arrivato, se ha puntato Morata deve avere un progetto in testa. Ma qualsiasi valutazione non può prescindere dal bilancio. Morata costa una ventina di milioni e ne guadagna cinque: oggi la Roma fatica a sborsare queste cifre. Scamacca arriverebbe in prestito e prende tre milioni: particolari non trascurabili con un settlement con l’Uefa da rispettare e una probabile multa a gennaio. Lo spagnolo dà sempre 7, Scamacca oscilla tra il 5 e il 9. Ma se è da 9…

FOTO: Credit by Depositphotos.com

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