Eusebio Di Francesco

(Il Messaggero – U. Trani) «Mi piacerebbe vincere segnando più gol, cioè fare come il Chelsea. Ma qui, più delle reti, mi interessano i punti». Di Francesco, come al solito, va sul concreto. A est, in Champions, la Roma ha spesso inciampato anche sugli ostacoli più bassi. «Noi siamo superiori nella qualità, ma potrebbe non bastare. Per vincere dobbiamo essere determinati e cattivi. Metterci la voglia delle ultime tre partite. Conta più della mentalità». Eusebio fa riferimento alle le prestazioni contro il Verona, il Benevento e l’Udinese: basta giocare come in campionato per conquistare il quarto successo di fila. «Non sarà, comunque, un match facile. Giochiamo contro una nazione. Rispettiamo il Qarabag ma è il momento di tornare a vincere anche in Europa».

ROTAZIONE MIRATA – Di Francesco non rinuncia ai fedelissimi: «Kolarov e Dzeko partiranno dall’inizio». Loro e Alisson sono gli unici che hanno avuto spazio da titolari. Le gerarchie esistono «perché ho con me giocatori di grande spessore». Ma il turnover è necessario: «Io alleno il gruppo e voglio avere il massimo. E’ utile cambiare i giocatori: cinque, sei… Vedremo». El Shaarawy è in forma. «E’ cresciuto in allenamento. E’ uno dei titolari con Perotti, Defrel e Florenzi per la fascia». Diverso il discorso per Defrel che, a quanto pare, non lo ha convinto nel lavoro quotidiano della settimana scorsa. «E’ rimasto fuori ultimamente perché prima ha sempre giocato… Io, però, lo conosco bene e vado sulle sensazioni. Qui può tornare titolare». Eusebio non è d’accordo con Capello che ritiene la serie A non allenante: «Non c’entra niente con i risultati delle italiane. Perché anche in Spagna e in Inghilterra tra le grandi e le altre c’è una netta differenza. Ma è chiaro che dobbiamo crescere nel ritmo e nella continuità quando giochiamo in Champions». Tra Dzeko e Immobile «io mi tengo Edin».

NUOVO CONTRATTEMPO – Perotti, inserito nella lista dei 19 convocati (nonostante la ferita alla caviglia), ha dovuto sospendere l’allenamento: ha calciato il pallone e ha sentito tirare la coscia destra. E’ uscito con una fasciatura (quella per bloccare il ghiaccio) e con quasi la certezza che non andrà nemmeno in panchina: risentimento al flessore. Il quarto stop muscolare in pochi giorni dopo quelli che hanno fermato Karsdorp, Schick e Moreno.

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