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Roy Paci: “La tromba mi ha salvato, oggi sono felice ‘tre quarti'”

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(Adnkronos) – Il singolo 'Tromba' è una dichiarazione d'amore a Sofia, il suo più grande amore. Chi lo conosce sa bene che si tratta della tromba di Roy Paci, compositore e trombettista italiano di grandissimo talento che, ospite del nuovo episodio del vodcast dell'Adnkronos, disponibile in versione integrale sul sito www.adnkronos.com e sul canale YouTube dell'Adnkronos, racconta come è nato l'ultimo singolo e la passione per questo strumento magico e coinvolgente. "Un pezzo dedicato alla mia tromba era importante perché lei mi ha dato la vita, il riscatto sociale – racconta-. Mi ha dato la forza di uscire da una zona di comfort che non era l'ideale per un bambino adolescente che pensava di essere già bravo in un paesino sperduto della Sicilia, Augusta". La magia di questo strumento a fiato è dovuta al fatto che è "uno strumento assoluto che riesce a perforare il tempo -spiega Roy Paci- Può essere usato sia per suonare sia anche per comunicare senza neanche soffiarci dentro, vista la sua imponenza. Miles Davis è stato per me fondamentale nella scelta fin da piccolino". Sì, perché è dai 10 anni che Roy Paci 'amoreggia' con il suo strumento. "A 13 anni ho firmato il primo contratto in assoluto, quindi sono diventato professionista a 13 anni", racconta. E 'Tromba', firmato anche da Lorenzo Vizzini, è al contempo ironico (impossibile non coglierne il 'suggerimento' insito nel titolo) e di denuncia. "E' una piccola riflessione sull'ambiente, sulla politica, insomma c'è un po' di pensiero e un po' di ironia".  Grazie a 'Sofia', Roy ha vissuto emozioni immense e visitato posti inimmaginabili. Il suo concerto preferito? "Ne ho fatti tanti, davanti anche addirittura a un milione di persone, come in Messico con Manu Chao. Più c'era gente, più mi sentivo carico. Ma alla fine i più emozionanti sono quelli fatti con poche persone, che hanno pagato un biglietto e che sono lì proprio per te". Una volta, a Parigi "davanti al palco, proprio di fronte a me, due hanno iniziato a fare l'amore -rivela- Io non l'ho mai vista una roba del genere. Non hanno smesso, hanno continuato, l'abbiamo fatti finire, noi continuavamo a suonare". E d'altro canto, il trombettista ha sempre il suo fascino. "Mi scuso con tutte le altre categorie di musicisti, ma i trombettisti sono gli uomini più affascinanti del mondo", scherza l'artista. Roy Paci ha fatto dell'impegno sociale una sua cifra stilistica. Oltre alle mille iniziative, è da decenni uno dei fondatori del Primo Maggio di Taranto. "Lì mi rendo conto di quanti colleghi e amici ci sono che, da Diodato a Brunori a Caparezza a tanti altri, capiscono quanto è importante la parte umana rispetto allo showbiz. E quello è un termometro molto serio". Per i lavoratori, la politica italiana "sta facendo poco e niente, io non credo assolutamente in questa classe politica – scandisce Roy Paci all'Adnkronos – Li ho incontrati governi di destra, governi di sinistra. Ma è un nostro dovere di cittadini, a maggior ragione se facciamo anche gli artisti, agire: abbiamo una responsabilità sul palco. Nei messaggi che lanciamo, nelle cose che diciamo, nel bene nel male". A sentirlo parlare, Roy Paci, classe 1969, diventa evidente come unisca l'entusiasmo di un bambino ad un passato non privo di dolore e ferite. "Questa società non mi ha ferito direttamente, ha ferito direttamente la mia famiglia -racconta- perché ho vissuto negli anni pesanti di una Sicilia dove ancora non erano arrivati quegli eroi, da Falcone a Borsellino a Vito Schifani, che si sono poi immolati per noi e hanno cambiato davvero le cose. A 15 anni ho capito che bisognava lottare per ottenere certe cose, soprattutto la verità". E se nei suoi progetti prioritari non c'è Sanremo ("non è una mia ambizione, non sono lì ad aspettare dietro la porta che qualcuno mi apra perché non ne ho assolutamente bisogno, per quello che ho costruito nella mia vita", dice), il tour in giro per l'Italia continua invece con grandissimo successo, con tante date e riscontro di pubblico.  E se gli si chiede se è felice, Roy Paci risponde serio: "Sono felice tre quarti. Perché sono fondamentalmente una persona felice, ma provo un grande dolore per tutto quello che sta accadendo, soprattutto, ve lo devo dire proprio di cuore, per i bambini che sto vedendo uccidere ogni giorno a Gaza. Io sono un uomo davvero sconfitto, non so cosa fare. Da musicista, lo dico da artista, non ti allevia la sofferenza nemmeno scrivere la più bella canzone del mondo". "Ho sentito appelli di colleghi che rispetto tantissimo a fare concerti, fare festival, fare tante cose, ma non cambierà nulla con questo", scandisce il compositore e trombettista. Da qui, la volontà dell'artista siciliano e pugliese d'adozione di "lanciare un appello, lo faccio per la prima volta qui, ad Adnkronos -annuncia- Se vogliamo fare qualcosa dobbiamo andare sul territorio. A costo di rimetterci le piume, come diceva qualcuno, la pelle, dobbiamo andare lì e contrastare questo annientamento, questa barbarie pesante, soprattutto per proteggere i bambini. Perché siamo noi i bambini, siamo il futuro dell'essere umano". La situazione sulla Striscia "esiste -aggiunge commosso- ed io non riesco più a guardare quelle immagini, sto male, troppo male". (di Ilaria Floris) —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)



FOTO: Credits by Shutterstock.com

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