Paulo Dybala

AS ROMA NEWS LECCE – La Roma rallenta a Lecce. Poteva essere l’occasione per addormentarsi al secondo posto, aspettando la gara di domani dell’Inter e invece Mourinho è costretto ad accontentarsi di un pareggio per 1-1 che si porta dietro un retrogusto amaro. E non perché in Salento non si possa pareggiare. Prima della Roma lo ha fatto il Milan, la Lazio e l’Atalanta hanno addirittura perso, scrive Il Messaggero.

Ma per come si era messa la partita, c’è la sensazione che Dybala e compagni abbiano perso un’occasione. Non come quella in coppa Italia con la Cremonese ma alla fine questi sono punti che pesano. E in una volata che si preannuncia al fotofinish, con altre quattro squadre in corsa per la Champions, quando hai la possibilità devi sfruttarla.

La Roma questa chance l’ha avuta nel primo tempo quando le bastava giocare palla a terra e con semplici uno-due, andava costantemente in porta. ElSha e Abraham hanno trovato ad opporsi un ottimo Falcone che si è ripetuto anche ad inizio ripresa, sempre su Tammy. Proprio la parata sull’inglese, sembrava il prologo ad un forcing finale. E invece la Roma si è spenta, sgonfiata come un palloncino, rischiando anche qualcosa nel finale se Banda non fosse stato troppo egoista.

E pensare che la partita era iniziata con il piede sbagliato. Anzi, a teste invariate. Per la legge del contrappasso, i giallorossi insuperabili sui palloni alti e capaci di segnare prima di ieri il 43% delle reti in campionato da palla inattiva (12 su 28), subiscono l’1-0 di Baschirotto proprio sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Parabola di Strefezza, dormita del tandem Smalling-Ibañez, e il difensore porta in vantaggio i salentini. Un gol, che la Lega poi trasformerà in autorete di Ibañez, capace di rianimare anche la curva leccese rimasta in silenzio sino a quel momento per protestare contro le limitazioni in trasferta.

Ma la Roma di Mou, magari non esalterà per le trame di gioco, tuttavia in quanto a carattere non deve prendere lezioni da nessuno. Nel giro di una decina di minuti Dybala risistema i conti, segnando il rigore concesso da Aureliano per un tocco ingenuo col braccio di Strefezza in area. Paulo dal dischetto chiude i conti col passato (si fece male calciando ad ottobre un altro penalty proprio contro i salentini), conferma il suo feeling con il Lecce (4 gare, altrettante reti) e la capacità della Roma di recuperare da posizioni di svantaggio. Con quella di ieri, è la decima volta che accade in stagione su 30 partite e solo in 2 casi (a Napoli e a Razgrad) la squadra di José ha poi perso. Negli altri 8 casi ha vinto a Verona, con l’Inter e il Ludogorets all’Olimpico e pareggiato in 5 occasioni (Juventus, Torino, Milan, Betis e Lecce).

Più che bella la partita è molto accesa. Le due squadre si sfidano a viso aperto con Abraham che esalta tre volte Falcone e la squadra dello Special che conferma qualche difficoltà sulle fasce dove a sinistra l’asse Gallo-Di Francesco crea qualche grattacapo a Zalewski. L’impressione, però, è che la qualità della Roma possa alla lunga venir fuori. Del resto il Lecce, costruito dal ds Corvino (2,5 milioni ammonta il costo dei cartellini dell’undici titolare e 16 al lordo, l’intero monte-ingaggi del club), regge botta fino a quando riesce a correre più dei giallorossi.

Appena il ritmo cala e la squadra si allunga, emerge la maggiore qualità dei ragazzi di José. Anche perché ad inizio ripresa si vede finalmente Pellegrini in condizioni decenti, capace per una ventina di minuti di legare i reparti e concludere anche in un paio di occasioni. A lui si unisce El Shaarawy sempre continuo a scendere sulla sinistra. Tammy, poi, è più vivo nel gioco che mai. Il problema è che intorno al 70′ la squadra va in piena apnea, com’era accaduto una settimana fa contro l’Empoli.

Mourinho però non effettua sostituzioni. Le prime sono Wijnaldum e Belotti a 7 minuti dal termine (altro segnale alla società?, ndr) con l’olandese che dimostra come ci vorrà del tempo per rivederlo ai suoi livelli. Baroni invece rischia: dentro 4 ragazzini più Pezzella ma il Lecce si rianima, rialza il baricentro e dietro non rischia più nulla, se non Hijulmand che viene graziato per un mancato rosso su Dybala. Finisce con Umtiti che anticipa Belotti e fa esplodere il Via del Mare. Non il massimo.



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