Rassegna stampa
Roma, errori e stanchezza: Llorente in calo ma non allarma Mourinho
AS ROMA NEWS LLORENTE – Sono bastate poche partite, lo scorso anno, per convincere José Mourinho di essere utile alla Roma. Per questo, alla fine della passata stagione, Tiago Pinto è tornato alla carica dal Leeds per avere di nuovo in prestito Diego Llorente, scrive il Corriere della Sera.
Un trasferimento che quasi sicuramente diventerà definitivo perché lo spagnolo non farà fatica a raggiungere il tetto del 50% delle presenze, condizione necessaria per trasformare in obbligo il diritto di riscatto.
In una difesa che aveva appena perso Ibanez, con Mancini, Smalling e il neo arrivato Ndicka, lo spagnolo doveva essere il «quarto» perfetto: primo cambio di tutti e 3 i titolari, almeno sulla carta. La prima parte della stagione, però, ha detto che il difensore cresciuto nel Real Madrid è diventato un titolare di questa squadra: all’inizio da «braccetto» di sinistra al posto di Ndicka, poi centrale al posto dell’infortunato Smalling.
Finora lo spagnolo è il sesto più utilizzato dallo Special One tra i calciatori di movimento, tra campionato e coppa. E se non ci fosse stato un infortunio di mezzo rimediato durante la disastrosa sconfitta contro il Genoa a Marassi – una lesione alla coscia destra che gli ha fatto saltare le gare con Frosinone, Cagliari e Servette – Llorente avrebbe giocato ancora di più.
Continuerà a farlo, anche perché la data del rientro di Smalling al momento non è prevedibile e a gennaio mancherà anche Ndicka, che sarà impegnato in Coppa d’Africa con la Costa d’Avorio. Non è un caso che Tiago Pinto, in attesa del rientro di Kumbulla che comunque avrà bisogno di tempo per tornare in forma dopo la rottura del legamento crociato del ginocchio sinistro, stia cominciando a cercare soluzioni sul mercato.
Dietro gli uomini sono contati, e a meno di un ritorno alla difesa a 4, mai provata dal tecnico, Llorente sarà costretto a giocarle tutte, col rischio di un calo di rendimento che (in parte) c’è già stato nelle ultime partite: a Milano con l’Inter è soprattutto sua – arrivato in ritardo sulla chiusura – la responsabilità sul gol di Thuram. E anche in casa col Lecce è corresponsabile (anche se l’errore più grande resta di Mancini) nell’azione del gol di Almqvist. Errori dovuti alla stanchezza e alla poca lucidità, che però non mettono in dubbio le sue qualità, almeno per Mourinho.
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