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Rassegna stampa

Perché stavolta Mourinho non va punito: “Chiedimi scusa e per me può finire qui”

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AS ROMA NEWS MOURINHO SERRAMourinho merita la lapidazione (nella piazza di carta e parole). Dieci giornate, non due, gli dovrebbero dare. È da sempre un mangia-arbitri: stavolta non gli si possono concedere attenuanti, né sconti. Il pregiudizio prima del giudizio. Mourinho è come il potere: logora chi non ce l’ha, scrive il Corriere dello Sport.

Ma il potere lui non l’ha mai rappresentato. Tutt’altro. I fatti e le parole. “Non fatemi più parlare, non adesso” ha spiegato nella notte José a uno dei suoi assistenti. “Devo capire con l’avvocato se ci sono le basi per denunciarlo“. Non l’avevano mai visto così incazzato: offeso più dall’atteggiamento che dalle frasi del quarto uomo, le mani sempre in tasca, il tono sprezzante. “Vai a casa, ti prendono tutti per il culo” gli aveva detto Serra indicando il pubblico cremonese. E ripetendo “vai a casa, vai a casa”La reazione del tecnico? “Devi stare tranquillo, stai tranquillo“. Soltanto dopo essere stato cacciato da Piccinini, lo sfogo udito da tutti: “è lui che devi cacciare, non me!“. La ricostruzione, fedelissima. 

Mourinho aveva bussato alla porta dello spogliatoio dell’arbitro ed era stato fatto entrare. All’interno c’erano gli assistenti di Piccinini, un ispettore federale e dopo pochi istanti si sono aggiunti Vito Scala e un paio di collaboratori della Cremonese. A voce alta, per farsi sentire da tutti, José si era sfogato. José si è poi rivolto a Serra: “Se hai le palle, se sei un uomo ripeti quello che mi hai detto in campo, poi mi devi chiedere scusa e la cosa finisce qui. “Scusa di che?” è stata la risposta “io non devo chieder scusa a nessuno, io non ho detto niente“.

A questo punto José è sbottato urlandogli più volte “bugiardo. Sei un uomo di merda… Vergogna. Evito di pensare che sei di Torino e domenica non mi vuoi in panchina contro la Juve…“. Invece di spingerlo a farla finita, Serra ha concluso così: “Ecco, questa me l’aspettavo, sapevo che ti saresti inventato questa storia…”.

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Ancelotti: “Questa Roma può farcela”

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AS ROMA NEWS EUROPA LEAGUE ANCELOTTI – L’anno d’oro per Roma: il 1983. Quando sia la squadra di Liedholm che il Banco di Roma, di basket, hanno conquistato lo scudetto. Un anno d’oro ricordato al Teatro Brancaccio, in un evento voluto e presentato dal giornalista Stefano Boldrini insieme ai colleghi Cristina Fantoni e Piero Torri, scrive Il Messaggero.

C’era anche Carlo Ancelotti, tecnico del Real Madrid, che insieme a Bruno Conti è stato il più acclamato dalla platea e che nello scorso weekend il Siviglia lo ha battuto in campionato. Di particolari consigli da parte di “Tortello” – così lo chiamava e lo chiama ancora Bruno Conti – non ne sono arrivati.

Ma le sue parole danno speranza: «Negli ultimi due mesi hanno fatto bene, da quando hanno cambiato allenatore. Prima era lì per lì per non retrocedere, però con Mendilibar hanno cambiato passo. Sono organizzati. Ma la Roma se la può giocare. Ha l’opportunità di giocarsi la partita e di vincerla. In panchina, poi, ha un allenatore esperto che sa come si giocano le finali. E se le giocherà. Speriamo che la Roma vinca».

Carlo ha anche ripercorso quegli anni, i suoi, nella Capitale: «Vincere a Roma a 23 anni e dopo 40 anni che la Roma non vinceva è stato qualcosa di speciale. La Roma ci deve riprovare. Io ci riprovo sì ma non ancora per molto» ha sottolineato. Emozioni anche per le parole di Conti, che ha ricordato Di Bartolomei: «Gli devo tutto, è stato il mio capitano. Mi ha accolto appena sono arrivato a Roma».

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Roma, Bove sogna il bis da protagonista

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AS ROMA NEWS EUROPA LEAGUE BOVE – Sogna il bis. Perché Bove era presente anche lo scorso anno a Tirana. In panchina, e con alle spalle nella competizione appena 57 minuti più i pochi secondi strappati nel finale contro il Vitesse. Ma c’era. Ed è presente ancor di più quest’anno, scrive Il Messaggero.

Il «cane malato», come lo ha soprannominato José, è ora entrato nelle rotazioni. Anzi di più: perché se la Roma è a Budapest lo deve proprio a Edo dell’Appio Latino. Che ora, in silenzio, aspetta di nuovo il suo momento: «Mi aspetto una finale all’altezza perché durante l’anno abbiamo meritato di essere lì, quindi siamo molto contenti. Anche loro lo meritano, pur arrivando dalla Champions. Per questo siamo molto contenti e lo siamo anche per i tifosi. Come sarebbe vincere? Bellissimo, come sarebbe bellissimo vincere qualsiasi finale. Una finale è una partita diversa da tutte le altre».

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Siviglia, Mendilibar studia la difesa anti-Roma. Telles favorito per sostituire Acuna

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AS ROMA NEWS EUROPA LEAGUE SIVIGLIA – Un animale da coppa, attardato in Liga ma pronto a scatenarsi all’inno dell’Europa League, scrive Il Messaggero. Il Siviglia punta il quinto trofeo negli ultimi 10 anni, il settimo della storia del club.

Contro la Roma mancherà il terzino sinistro campione del mondo Marcos Acuña, in tribuna alla Puskas Arena insieme a Pape Gueye e Tecatito Corona, fuori lista. Dovrebbe giocare Telles a sinistra ma Mendilibar non ha ancora sciolto le riserve. Mourinho dovrà fare particolare attenzione a Suso e Lamela, entrambi a segno dalla panchina contro la Juventus.

I leader d’esperienza sono l’ex Barcellona Ivan Rakitic e l’esterno Jesus Navas. Mendilibar ha ritrovato equilibrio e continuità di risultati, trascinando la squadra dalle soglie della zona retrocessione fino all’11esimo posto.

L’allenatore ha convocato tutta la rosa per la trasferta che vale una stagione. Probabile 4-2-3-1 con Bono in porta, Navas, Badé, Gudelj, e Telles in difesa. A centrocampo Fernando e Rakitic, sulla trequarti Ocampos, Torres e Lamela (in ballottaggio con Gil) con En-Nesyri davanti.

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