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Branca docet: “Mourinho alla Roma una scelta perfetta”

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ULTIME NOTIZIE AS ROMA MOURINHO BRANCA – Una parentesi con Totti a Roma e i grandi successi con l’Inter da giocatore prima e da dirigente poi vincendo 15 trofei, compresa la Champions. Al fianco di quel Josè Mourinho che continua a regalare sogni ai giallorossi: «Prima di prendere decisioni importanti mi informo bene». Stasera (20,45 Sky) la sfida di San Siro tra le sue ex squadre. Vale solo per il 7° posto di Fonseca che recupera Villar e rilancia Dzeko.

Domanda d’obbligo: sorpreso da Mourinho alla Roma? 
«Non sono affatto sorpreso dalla scelta di Josè. Sono sicuro che per lui Roma è perfetta, è una città piena di stimoli esterni e passione. E quando ci sono queste premesse lui sta bene e rende al massimo», dice l’ex dirigente a Leggo.

Qualcuno dice che ha già dato tutto?
«E sbagliano. Ha vinto pure al Manchester meno di 3 anni fa. E’ un fuoriclasse assoluto».

Che significa per la Roma un colpo così?
«Che ci sono ambizioni importanti, il progetto è di tre anni e sono convinto che verrà costruita una grande squadra».

E l’Inter di Conte?
«Ha meritato lo scudetto. Antonio ha fatto un gran lavoro abbattendo i pregiudizi e dando continuità. Ora vediamo che succede in società».

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Poche presenze a Roma, ma ha avuto modo di giocare con Totti. Si vedeva che sarebbe diventato un campione?
«Non è che si vedeva, era lampante! Restavamo spesso io, Giannini e Francesco a battere le punizioni dopo l’allenamento. Lui aveva 18 anni, parlava poco ma la battuta pronta già ce l’aveva. Tra i più forti degli ultimi 30 anni. Se Ronaldo era al 1° posto, lui era nei dintorni».

Mourinho sarà uno stimolo per il calcio italiano, ma la differenza con la Premier è netta?
«Bisogna privilegiare il settore giovanile mettendo e pagando bene dei maestri veri che insegnano e non per forza quelli che puntano solo a vincere i titoli».

Che idea si è fatto della Superlega? 
«Di un gruppo di presidenti disperati a livello economico che hanno perso di vista la dimensione del calcio popolare. La meritocrazia non va abbandonata. Io sono nato a Grosseto, figlio di un barbiere e ho vinto tanto da calciatore e da dirigente».

FOTO: Credit by Depositphotos.com

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