Dopo Totti, che la sua scarpa d’oro l’ha vinta nel 2007, ci riprova Dzeko che è in corsa, un gol dopo l’altro, dieci anni più tardi. Edin è quarto in classifica (al pari di Icardi e altri), la rincorsa a Suarez, Aubameyang e Cavani non è semplicissima ma neppure una vetta insormontabile. Gran merito va a Luciano Spalletti che è riuscito in questa magia: motivare il suo centravanti pur non avendo, quest’ultimo, lo straccio di un concorrente nell’organico giallorosso.

Dopo Nainggolan, Dzeko è il giocatore con il minutaggio più alto della Roma. Perché anche quando dovrebbe riposare, alla fine gioca sempre lui. E segna, come col Cesena, gol numero 22 in stagione, in 31 partite disputate. Né Totti nell’anno della Scarpa d’Oro (18 reti), né Batistuta nella stagione del tricolore giallorosso (20 reti) dopo 31 partite avevano questo ruolino di marcia. Nella storia della Roma solo 3 calciatori hanno segnato di più: Totti a quota 32 (nel 2006-07, appunto), Montella (2004-05) e Delvecchio (1998-99) a quota 23.

Tra le assenze forzate e le decisioni tecniche, con la Fiorentina Edin e Francesco potrebbero ritrovarsi l’uno vicino all’altro, quantomeno per una buona dose di partita. Come successo con il Cesena, come accadrà ancora da qui a fine stagione. È alle spalle, il tempo della concorrenza, della sofferenza di Dzeko per il continuo confronto con il capitano, ieri osannato pure dal sito Uefa: «Il Re di Roma va ancora forte a 40 anni». E decelerare non è permesso. Totti è ancora centrale, lui che qualche dubbio sul futuro ce l’ha, oggi molto più di un anno fa, a leggere dietro le sensazioni e le parole di quel «mi godo questi 2-3 mesi, poi si vedrà». La vita è adesso. Spalletti è rimasto senza Perotti: ieri ecografia a Trigoria per l’argentino, l’edema non ha permesso una diagnosi ma la lesione al flessore appare certa, piuttosto va scongiurato che non si vada oltre lo stiramento.

(Gazzetta dello Sport)



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