Rassegna stampa
Ranieri, ultima corsa con la Roma: carisma, rigore e scelte forti dietro la maschera del “buono”

AS ROMA NEWS RANIERI – “È l’ultima volta, e andiamo.” Dieci secondi di Tunnel Cam prima di Inter-Roma e c’è già tutto Claudio Ranieri. O quasi. Dietro quella risata verace, colta al volo dalle telecamere mentre guida i suoi verso il campo, c’è molto più del volto bonario e rassicurante che da anni accompagna le sue interviste pacate e talvolta evasive. Come racconta Il Messaggero, Ranieri è un uomo dai due volti, come il Giano Bifronte dell’antica Roma: capace di guardare al passato e al futuro con lo stesso sguardo lucido e fermo.
C’è il Ranieri “compagnone”, empatico, che crea unione nello spogliatoio, pronto a far ridere e sorridere anche nei momenti di pressione. Ma c’è anche il tecnico inflessibile, quello che non guarda in faccia nessuno, che tu ti chiami Francesco Totti, Daniele De Rossi o Abdulhamid. Chi conosce la sua storia, ricorderà bene l’intervallo di quel derby del 2010, quando Ranieri lasciò in panchina proprio Totti e De Rossi per poi vincere in rimonta grazie a Vucinic. Una scelta che fece storia, simbolo del suo modo diretto e pragmatico di intendere il calcio.
Anche in questa stagione non sono mancati episodi simili. Ranieri ha rilanciato giocatori dimenticati, per poi metterli da parte quando ha ritenuto necessario. È il caso di Lorenzo Pellegrini, tornato centrale nel derby d’andata dopo un periodo opaco, ma anche dell’argentino Leandro Paredes: rilanciato dopo l’ostracismo di Juric, poi nuovamente accantonato dopo alcune dichiarazioni su un possibile ritorno al Boca Juniors. Da quel momento, il centrocampista è praticamente sparito dai radar, con Pisilli e Gourna Douath preferiti nei momenti chiave, come contro Verona e Inter.
Non è un caso. Ranieri osserva, valuta e decide, sempre con l’obiettivo della squadra al centro. Chi non tiene il passo, anche se ha talento, viene messo in stand-by. Come Hummels, apparso intermittente nelle prestazioni, acceso e spento come una lucina natalizia.
Mentre il tecnico si prepara a salutare la panchina giallorossa, destinato al ruolo di senior advisor per i prossimi due anni, i tifosi si preparano a rendere omaggio a un uomo che ha lasciato un’impronta profonda nella storia della Roma. Dietro il sorriso sincero, c’è un comandante vero, che sa quando essere dolce e quando duro. Un allenatore che, ancora una volta, ha messo tutti davanti alle proprie responsabilità.
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