(Leggo – F. Balzani) La Roma di Di Francesco entra nella storia della serie A. Gerson entra nella storia della Roma. La squadra, infatti, con il bellissimo 2-4 del Franchi vince la 12ª partita in trasferta di fila, impresa mai riuscita nel nostro campionato. Il secondo, dopo mesi di buio e incognite, realizza in un colpo solo una doppietta ripagando Di Francesco e indirettamente Sabatini che lo aveva portato a Trigoria a suon di milioni (quasi 20). Sulla ruota di Firenze (dove hanno fatto una parte da leone anche i 2300 tifosi in trasferta) però esce un verdetto ancora più importante: la Roma prende punti a Napoli e Inter e con i 3 punti virtuali del recupero con la Samp sarebbe a -2 dalla vetta.
Un’impresa quella di Eusebio che ha vinto 9 partite su 11 in campionato e ottenuto il 1° posto nel girone di Champions. «Record? Questo lo condivido con Spalletti, ora ne voglio uno tutto mio. A me scoccia perché abbiamo subito gol fuori per la prima volta. È stata una partita bella, giocata ad altissima intensità . Grande merito va alla Fiorentina, sapevamo che non era facile», le parole del tecnico. La Fiorentina, infatti, ha sfruttato qualche errore della difesa e pareggiato due volte con Veretout e Simeone il doppio vantaggio di Gerson, rischiando pure di andare in vantaggio quando Chiesa ha colpito il palo prima di cedere nella ripresa ai gol di Manolas e Perotti. Il greco è senza freni: «Ora abbiamo una mentalità da grande grazie al mister. Vogliamo tutto e non chiamateci sorpresa». Ancora a secco Dzeko in una Roma che ha scoperto nuovi uomini gol dopo un inizio solo a marchio Edin.
«Voglio fargli i complimenti però visto che ha inseguito gli avversari fino al 90′ – ha proseguito DiFra – Temevo questa trasferta perché arrivavamo dal successo col Chelsea che appagarci. Invece l’abbiamo approcciata come piace a me. Il lavoro più importante l’ho fatto nella testa e devo ammettere che tutti stanno sposando le mie idee. Stiamo creando qualcosa. Il derby? È una gara a parte».
In questi 15 giorni Sant’Eusebio si gode la resurrezione di Gerson, dopo aver contribuito a quella di Jesus ed El Shaarawy: «Lo seguivo già quando allenavo il Sassuolo, ma non voglio accontentarmi e non deve farlo neanche lui. Ha le qualità anche per giocare nel tridente». E si è visto. Due sinistri perfetti hanno cancellato mesi di sfottò. «Sono contento, ringrazio tutti», le poche ed emozionate parole del brasiliano.
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