Bryan Cristante

AS ROMA NEWS UDINESE CRISTANTE – Solitamente Bryan Cristante non si lascia andare in grandi esultanze, ma il gol che ha segnato all’Udinese non è uguale agli altri segnati da lui e ha decisamente un peso diverso, scrive il Corriere dello Sport.

Per le difficoltà di una partita durata soltanto 24 minuti, per la stanchezza fisica e mentale di questo tour de force tra campionato ed Europa League, per un gol che ha rimesso in carreggiata la squadra dopo la sconfitta contro il Bologna. Per una vittoria che può valere a fine stagione la Champions League.

Così quella rete siglato ieri di testa è stata celebrata dal centrocampista in maniera totalmente diversa: una corsa emozionante verso Dybala che aveva battuto l’angolo, poi l’abbraccio a tutta la squadra, un sorriso enorme stampato sul volto e un urlo a squarciagola che sa tanto di liberazione e di gioia allo stato puro. Da friulano poi, segnare all’Udinese, significa anche tanto altro. Ed è il suo secondo gol ai bianconeri, il primo però siglato con la maglia della Roma: «Una partita folle, è andato tutto bene per fortuna – ha detto Cristante a fine partita -. Sono stati diciotto minuti ma valgono sempre tre punti. Siamo contenti».

Impossibile non esserlo, perché la Roma adesso ha allungato nuovamente sull’Atalanta (un più quattro, ma i bergamaschi hanno una gara in meno) e adesso hanno consolidato il quinto posto che vale la Champions: «Sono punti pesanti per la corsa europea, ci giochiamo tutto e abbiamo queste partite finali per tornare in Champions». In campo e fuori è stata una partita lampo, non però la preparazione alla gara dettagliata e come quelle che durano 90 minuti: «L’abbiamo preparata come una partita normale, poi nel riscaldamento abbiamo cambiato qualcosa ma sapevamo che c’era poco tempo e dovevamo andare forte»

Il migliore in campo senza discussioni. Naturalmente per il gol che vale la vittoria, ma anche per aver indirizzato la partita dello scorso 14 aprile, quella sospesa, con l’assist perfetto per il gol di Lukaku. Dalla trequarti, in posizione esterna, Bryan aveva fatto partire un lancio profondo sul quale poi Big Rom si era avventato. Come? Sempre di testa, un segno del destino.

Poi lo stop per il malore di N’Dicka, e uno stadio che ha accettato la decisione con grande sportività e umanità. E a fine partita, quella di ieri, tutta la Roma è andata verso i settori dedicati ai bianconeri – e naturalmente poi allo spicchio con mille romanisti – per ringraziare del sostegno avuto in quei terribili momenti di incertezza: «Se lo sono meritato perché sono stati fantastici nell’altro pezzo della partita quando hanno capito la situazione e hanno aiutato noi e il nostro compagno. Per questo li abbiamo ringraziati».



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