(Gazzetta dello Sport – F. Licari) Se la Roma non fa la stupiÂda nelle prossime sere, gli ottavi non le possono sfuggire. Sicuramente non gioÂcando così. Con il Chelsea finiÂsce 3-Â3, una partita pazzesca, bella e spettacolare, da PreÂmier, ma più che un pari è un successo. Nel nome di Dzeko naturalmente, due gol straordiÂnari e 90 minuti da «10» puro oltre che da centravanti. E nel nome di Di Francesco che disegna una squadra coraggiosa coÂme le sue scelte. Un successo, sì. Perché i giallorossi sono anÂdati a Stamford Bridge domiÂnando a lungo nel gioco e nel ritmo, recuperando dallo 0-Â2 e mettendo paura a Conte fino alÂla fine. E poi perché da Baku è arrivato il quarto gol che manÂcava: lo 0Â-0 dell’Atletico con il Qarabag consegna infatti una classifica inimmaginabile fino a ieri, con i giallorossi a Â2 dal Chelsea ma a +3 su Simeone. La prossima è ancora contro il Chelsea, ma all’Olimpico. ImÂmaginando che l’Atletico non fallirà di nuovo, sarà bene tenÂtare l’impresa, visto che il moÂmento è buono. Con cinque punti è qualificazione sicura: se tre vanno presi con gli azeri, i conti sono semplici da fare.
CONTE ALL’ITALIANA – E se il Napoli ha qualche rimpianto per il rigore di Mertens, allora la Roma dovrebbe prendere a testate i pali di Stamford. Il sucÂcesso non sarebbe stato uno scandalo, ma legittimo. Non ha mai subito la manovra inglese, è stata un po’ ingenua nella priÂma mezzora, quando s’è conÂcessa alla tattica di Conte. CoÂnoscendo gli affanni dei suoi, contati e in non speciale condiÂzione, l’ex c.t. ha preferito rifarÂsi all’esperienza azzurra: impoÂstando quindi un 3-Â5-Â2 non lonÂtano da quello dell’Italia. Con David Luiz mediano centrale a raddoppiare su Nainggolan, e con la squadra bassa e coperta sulla trequarti: pronta a interÂrompere la manovra giallorosÂsa e ripartire con Hazard-ÂMoraÂta, coppia più evoluta di Eder-Pellè. La strategia sembra funÂzionare, ma dietro non c’è la BBC insuperabile bensì un Christiansen insicuro, affiancaÂto da Azpilicueta e Cahill.
KOLAROV-DZEKO! – Coraggiosa e offensiva fino quasi all’incoÂscienza, la Roma si presta al gioco: pressando altissima e laÂsciando poco protetta una difeÂsa non impermeabile. Due erÂrori – rilancio debole di Juan Jesus, palla persa da Bruno PeÂres – e due gol inglesi. Il primo da fuori di David Luiz, il seconÂdo con contropiede letale di Morata e centro di Hazard. Sembra finita, anche perché la morsa Bakayoko–Luiz normaÂlizza Nainggolan, il movimento di Perotti verso il centro ha poÂco seguito tra i compagni, e l’atÂtaccante di destra del 4-Â3-Â3 è Gerson: che non era titolare da dicembre, nel fallimentare esperimento da esterno contro la Juve. Bravino ma fragile. Ma tutto cambia all’improvviso. Perché il Chelsea si esaurisce in questi 37’ e comincia a scricÂchiolare: intanto sul lato siniÂstro romanista dove comanda Kolarov , e soprattutto al centro dove Dzeko, immenso, torna sempre a prendere palla e a imÂpostare in profondità , da regista. La teorica superiorità in mezzo del Chelsea diventa inferiorità . Alla Roma non resta soltanto il possesso palla, alla fine 60%, ma il comando del gioco.
GOL FENOMENALI – L’occasione mancata da Nainggolan è il segnale, il gol bellissimo di Kolarov che entra da sinistra è la svolta: chiudere 1-2 il primo tempo significa rientrare in partita. Di Francesco poteva anticipare i tempi della riscossa alternando Nainggolan con Strootman, per togliere Bakayoko dalle tracce del belga. Ma non è tempo di rimpianti con Dzeko che inventa un uno-due memorabile: al volo, tipo Van Basten all’Euro ‘88, il 2-2; quindi su lancione di Fazio di testa il3-2. Da tre anni e mezzo il Chelsea non prendeva tre gol in casa in Champions. Merito anche di Di Francesco, che sceglie Gonalons davanti alla difesa, premiato dal francese che cresce in personalità , e organizza meglio i suoi nella gestione del possesso. E un po’ colpa di Conte che, ancora in vantaggio, toglie David Luiz per Pedro, passando a un 3-4-3 più sbilanciato. Però la carica dalla panchina è il dodicesimo in campo e Pedro inventa l’assist per il 3-3 ancora di Hazard.
TUTTO BENE – Va bene lo stesso alla Roma e anche al Chelsea che in Premier soffre ma in Champions è vicinissimo alla qualificazione. Va bene alla Roma perché non è facile andare in Inghilterra e rispondere colpo su colpo. Unica sofferenza, quando il giro palla è rallentato. Ma questa è stata la più bella della stagione e giornate così possono anche cambiare tutto. Può darsi che, come per la prima Juve di Allegri contro il Borussia, questa sia la partita della consapevolezza.
FOTO: Credits by Shutterstock.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA