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Azzurri avanti piano. Una piccola Italia batte di misura l’Albania. Ma almeno è in prima fascia

(Gazzetta dello Sport – F. Licari) Fuori dal tunnel. Forse l’1-0 in Albania farà saltare il blocco psicologico che impediva agli azzurri di reagire, intanto restituisce un po’ di coraggio. Ora è il momento di ripartire, cominciando dagli imminenti playoff nei quali saremo teste di serie: non ci sono avversarie impossibili. L’importante è ritornare all’Italia che conoscevamo prima della botta subita in Spagna: una squadra non trascendentale, ma in crescita. Madrid aveva colpito la classifica, il ranking, ma soprattutto l’orgoglio e l’autostima. La depressione s’era insinuata nella testa e nelle gambe: s’è visto anche contro un’Albania modesta, tecnicamente inferiore alla Macedonia, ma ordinata e combattiva. Fino al gol di Candreva (al 28’ s.t. era ancora il peggiore), lo 0-3 di Madrid sembrava opprimerci ancora. L’abbraccio collettivo, manco in una finale mondiale, è stata la spia della liberazione. Ma meglio non farsi illusioni: siamo da sufficienza e tante cose ancora non girano come dovrebbero.
DOPPIA DIFFICOLTA’ – Non girano per tanti motivi, due dei quali chiari. Per la paura di un’altra figuraccia, addirittura di finire in seconda fascia al sorteggio, che ha condizionato ogni appoggio, anche il più semplice. E in secondo luogo perché l’involuzione del gioco è evidente: quella di Prandelli era la Nazionale di un tiqui-taca all’italiana, quella di Conte si ricordava per la chiusura forte e le ripartenze con tagli improvvisi e profondità. Quella di Ventura non ha ancora un’identità ben precisa, o forse l’ha persa: non è quella dei giovani e tatticamente non ha trovato le risposte che cercava. Ci vorrà tempo.
RITORNO AL 4-2-4 – Giudicando dal risultato, il 4-2-4 riproposto in Albania ha almeno creato più occasioni e fatto scorrere meglio il gioco del 3-4-3. Però tutto va valutato anche in relazione all’avversario: a un certo punto, forse un po’ stanca per il pressing non sempre lucido, la squadra di Panucci ha allargato le maglie concedendo agli azzurri spazi in contropiede. Prima, tanta fatica. Il gol è arrivato a poco più di un quarto d’ora dalla fine, nella prima azione in cui Spinazzola, da sinistra, è sembrato finalmente quello dell’Atalanta: affondo, dribbling, taglio all’interno e cross per Candreva che dall’altra parte ha colpito sicuro. Nelle altre ripartenze, però, la mira è stata improbabile.
LONTANI DAI CLUB – Tutti gli azzurri sembrano sotto i loro standard dei loro club, non soltanto Spinazzola. Lo stesso Buffon quasi non trattiene un tiro: respinge sempre, oppure è costretto alla doppia presa. Un’insicurezza che non è esclusiva del portiere: i movimenti di Gagliardini (anche se nel secondo tempo l’interista si ritrova), gli appoggi di Darmian, la corsa più anarchica del solito di Immobile. Tutto al limite, col freno a mano. Oltretutto i due di centrocampo, Parolo e Gagliardini, si sono trovati diverse volte in inferiorità contro la mediana albanese. Panucci ha schierato un 4-3-3 nel quale la mezzala Memushaj s’inseriva spesso da sinistra per infoltire la pressione su Bonucci e Chiellini, i veri «registi». Ecco un altro dei problemi: se punti sul 4-2-4 devi avere due mediani mobilissimi, che sbarrano la strada e lanciano subito la profondità. Altrimenti non c’è niente di male a pensare a un 3-5-2 d’emergenza o – più difficile – a un 4-3-3.
QUALCHE INNESTO – Ci vorrebbe però un regista. A lungo l’Albania ha vissuto sull’infaticabile Basha che, oltre a recuperare palloni, impostava con stile proletario e buona efficacia. Qui non tutte le colpe sono di Ventura, c’è davvero poco in giro, e chissà se davvero possa avere un senso la chiamata di Jorginho. Se poi l’italo-brasiliano non ripete le giocate del Napoli siamo al punto di partenza: lo stesso Insigne, lontano dai meccanismi di Sarri, qui incide meno. Non si possono concedere Belotti, Marchisio, De Rossi e compagnia, ma questo mese servirà al c.t. per studiare qualcosa, magari qualche inserimento. Cominciando da quel Florenzi che, oltre all’agonismo, ha una sensibilità tattica fuori dal comune.
PARTENZA DIFFICILE – Un particolare non secondario è che otto delle ultime 10 reti dell’Italia sono arrivate nel 2° tempo (e il successo, come contro Israele, dopo l’entrata di Zappacosta). Come se ingranare fosse complicato perché non tutti hanno le idee chiare e il gioco finisce per svilupparsi a lungo per corsie laterali: che sarebbe un bene se servisse ad allargare le difese, ma spesso impoverisce la manovra quando non ci sono tagli né inserimenti al centro. Comunque prendiamoci questi 3 punti «indispensabili» e ricominciamo. Non siamo la Germania ma neanche gli ultimi.
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La marea giallorossa sta arrivando. In 20mila con treni, auto e charter

AS ROMA NEWS EUROPA LEAGUE BUDAPEST – Ventimila romanisti, diciotto charter, centinaia di auto, mini-van e treni. L’invasione di Budapest è in corso. Entro le 16 di oggi tutti tifosi della Roma provvisti di biglietto saranno nella capitale ungherese per godersi la finalissima di Europa League, scrive Il Messaggero.
Un evento storico a cui nessuno vorrebbe mancare, ecco perché sono temuti anche gli arrivi di persone senza il titolo d’accesso. Proveranno ad acquistarlo in giornata, ma attenzione alle truffe perché i tagliandi sono esclusivamente elettronici e non cartacei. I prezzi sono alle stelle (fino a 500 euro), ma prima di comprare bisogna controllare che sul portale Uefa sia tutto esaurito perché ci sono ancora 2000 tagliandi disponibili.
L’allerta delle forze dell’ordine è massima. Si temono arrivi da Polonia, Serbia e Regno Unito, il pericolo di guerriglie urbane è dietro l’angolo. Almeno sino a ieri sera la convivenza in città è stata serena. Diversi tifosi si sono incrociati nelle varie fan zone allestite dalla Uefa e non si sono registrati disordini. È chiaro che oggi sarà il giorno clou.
Preoccupa l’afflusso alla Puskas Arena. A proposito dell’impianto, merita certamente una menzione. Stadio da 67.155 posti, nuovo di zecca, costato 610 milioni di euro. Fiore all’occhiello dell’Ungheria calcistica, normalmente ospita le partite casalinghe della nazionale.
Costruito in tre anni, sorge nel quattordicesimo distretto della capitale ungherese, la Fifa e la Uefa gli hanno dato una valutazione di quattro stelle ed è uno tra i migliori stadi d’Europa al pari del Vélodrome di Marsiglia o il Wanda metropolitano di Madrid.
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Budapest giallorossa

AS ROMA NEWS EUROPA LEAGUE BUDAPEST – Con il passare delle ore Budapest si riempie di un carico infinito di sogni. Sogni che arrivano soprattutto da Roma, avvolti in sciarpe giallorosse, con la speranza di essere scartati questa sera dopo i 90′ contro il Siviglia, scrive La Gazzetta dello Sport.
Sogni stropicciati, dopo viaggi che raccontano la passione che questa gente ha per la squadra. Scalo a Vienna e poi auto a noleggio, treno fino a Pisa e poi volo, minivan da dividere in sette, tutta una tirata, «perché non era rimasto più mezzo biglietto a cifre decenti», raccontano. L’importante è essere arrivati. L’importante è essere questa sera alla Puskas Arena.
Di certo non avranno problemi ad entrare i tifosi che hanno nomi importanti. Dal presidente del Coni Malagò al sindaco di Roma Gualtieri, dalla ex presidente Rosella Sensi a Totti. Ci saranno ex giocatori rimasti legati al club, come Candela e Rizzitelli, e artisti dalla provatissima fede romanista, come Venditti, Mastandrea, Edoardo Leo, Damiano dei Maneskin, Blanco e Noemi.
In tribuna anche l’ambasciatore italiano a Budapest Manuel Jacoangeli: «Sono un grande appassionato di sport, strumento importantissimo pure nella diplomazia tra Paesi, ma sono anche tifoso della Roma, quindi contento che questa finale si giochi qui. Consigli da dare ai tifosi? L’Ungheria è un Paese accogliente, ma che tiene al rispetto delle regole. Quando in passato, con alcune tifoserie qualcosa è andato storto, la polizia è stata piuttosto ferma. Ma sono certo che stavolta non ci saranno problemi».
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Roma, febbre per la finale. Tutti i maxischermi in città

AS ROMA NEWS EUROPA LEAGUE MAXI SCHERMI – Il fischio d’inizio è alle 21. La febbre sale da giorni, insieme all’ansia dei tifosi. Alla fine, lo Stadio Olimpico registrerà un ennesimo sold out della stagione della As Roma, scrive Il Messaggero.
Questa volta per uno stadio trasformato in un salotto tv: 64mila persone circa guarderanno una gara in tv ma stando dentro l’Olimpico, mentre i giocatori di Mourinho sfideranno il Siviglia a 812 chilometri di distanza in linea d’aria. Come da tradizione ormai consolidata, saranno interdetti i parcheggi auto nelle zone circostanti l’Olimpico, poi, via via che ci si avvicina all’orario di inizio della gara, arriveranno limitazioni alla circolazione dei bus, taxi e veicoli privati.
All’interno dello Stadio sono stati installati sei maxischermi allestiti da Sport e Salute, mentre il terreno di gioco verrà protetto con una speciale copertura che verrà montata in tempo prima dell’arrivo dei tifosi. La città si prepara ad affrontare eventuali problemi di ordine pubblico: saranno oltre 1000 gli agenti delle forze impegnati nella Capitale questa sera.
Le misure prevedono rigidi controlli nella zona dello stadio. Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza saranno poi saranno dislocati nell’area del centro storico e in particolare a Piazza del Popolo, tradizionale ritrovo dei tifosi in occasioni di finali e partite importanti. Controlli anche nella zona del Tridente e in Piazza Venezia. Saranno inoltre transennate le fontane delle principali piazze romane.
In caso di vittoria giallorossa, ci sarà anche da monitorare cortei e caroselli che troveranno sbarrate per la parata del 2 giugno tutta la zona centrale della città. Osservato speciale, in questo caso, il Circo Massimo, destinazione storica dei festeggiamenti giallorossi. I cancelli dell’Olimpico saranno aperti alle 18.30 circa. Sospesi bus in zona stadio dalle 23 ed è stato disposto il divieto di vendita di bibite in vetro nella zona dell’Olimpico e di tutto il I Municipio dalle 17 di oggi fino alle 7 di domani mattina.
I controlli saranno poi estesi alle stazioni ferroviarie e, soprattutto, agli aeroporti per monitorare la partenza e il ritorno dei tifosi giallorossi da Budapest. Non c’è solo l’Olimpico dove poter guardare la gara in compagnia di amici e “fratelli di tifo”. A parte i piccoli pub, bar, pizzerie e locali vari, sono almeno tre i grandi luoghi dove sarà possibile tifare per i giallorossi. Il primo, è la Città dell’Altra economia a Testaccio, cuore del tifo romanista insieme a Garbatella.
L’ingresso è a offerta libera e si potrà accedere già dalle 18. Già oltre 300 le adesioni. Altra possibilità è al Mandrione. A “Snodo Mandrione”, dove si può accedere solo se si è soci dell’associazione culturale Roma Città Aperta e pagando 5 euro di ingresso con bevanda inclusa, si potrà guardare la gara in uno spazio di circa mille e 500 metri quadri in cui trovano posto l’area grill, quella per i giochi, i biliardini e l’area per i bambini.
Terzo posto è a Ostiense, quasi di fronte la basilica di San Paolo fuori le Mura. Angeli Rock ha previsto due diversi menu a prezzo fisso da 30 euro con due consumazioni incluse, uno dei quali per vegetaria ni. Siviglia-Roma sarà trasmessa in televisione in chiaro su Rai. Inoltre, la gara sarà visibile anche su Sky, sui canali 201 (Sky Sport Uno), 203 (Sky Sport Football), 213 (Sky Sport 4k) e 251 (Sky Sport). Sarà possibile inoltre vedere la partita in streaming tramite Sky Go, Now Tv, Raiplay e Dazn.
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